Quando dunque mi sono dedicato alla politica
Quando dunque mi sono dedicato alla politica, ho inteso dimostrare in modo certo e indubitabile, deducendo dalla condizione stessa della natura umana, non già qualcosa di nuovo o inaudito, ma soltanto ciò che meglio si sposa con la prassi. E per indagare ciò che riguarda questa scienza, con quella stessa libertà d’animo che siamo soliti adoperare in matematica, mi sono impegnato a fondo non a deridere, né a compiangere, né tantomeno a detestare le azioni degli uomini, ma a comprenderle, considerando quindi gli affetti umani, come l’amore, l’odio, l’ira, l’invidia, la gloria, la misericordia e gli altri moti dell’animo, non come vizi dell’umana natura, ma come proprietà che gli competono, al modo in cui il caldo, il freddo, la tempesta, il tuono e via dicendo competono alla natura dell’aria. Tutti questi aspetti, per quando negativi, sono tuttavia necessari e hanno una certa causa attraverso cui ci sforziamo di comprendere la loro natura, e la mente gode tanto della loro vera contemplazione quanto della cognizione di quelle cose che sono gradite ai sensi.
[Spinoza, Trattato politico, in Tutte le opere, traduzione di Andrea Sangiacomo, Milano, Bompiani 2010/2011, p. 1633]