Il grosso tuo piedone

martedì 5 Dicembre 2017

Alla ventesima scuola di scrittura emiliana abbiamo parlato della poesia e del contrario della poesia e di un libro di Giampaolo Dossena che si chiama T’odio empia vacca (Dileggio e descolarizzazione, il sottotitolo), dove T’odio empia vacca è il contrario di T’amo pio bove, e c’è anche L’erba onde ritraevi il grosso tuo piedone (L’albero a cui tendevi la pargoletta mano), Mai odioso sarà quell’imo piano (Sempre caro mi fu quest’ermo colle), e L’eccellente visibilità alle ravviate pianure, perdurando il clima secco, cala (La nebbia agli irti colli piovigginando sale). E delle altre cose.

Nel vespero migrar

lunedì 5 Aprile 2010

dossena

Oggi, dalla libreria, è saltato fuori un libretto di Giampaolo Dossena che si intitola T’odio empia vacca, sottotitolo Dileggio e descolarizzazione, dove Dossena riscrive delle poesie diventate famose Per costrizione scolastica.
San Martino, di Carducci, per esempio (La nebbia agli irti colli / piovigginando sale, / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mar) diventa così:

L’eccellente visibilità alle ravviate pianure,
perdurando il clima secco, cala,
e sotto lo scirocco
sussurra e nereggia la terra.

Ma per le piazze delle metropoli
dallo stagnar delle botti
viene la melliflua impercettibilità olfattiva delle acque
i corpi a rattristar.

Sta ferma sulle sterpaglie spente
la casseruola facendo cilecca;
s’aggira il pescatore battendo le mani
nei penetrali della casa senza degnar d’un guardo,

tra i verdastri sereni
un isolato pesce bianco
come sedentario sentimento
nell’alba rimpatriar.