mercoledì 5 Febbraio 2020
Io comunque sono una figura stupefacente, anche se non mi piace molto parlarne.
[Il mio amico Timofej Kostin mi avvisa, da Pietroburgo, che, a 78 anni dalla morte, hanno trovato il posto dove è sepolto Daniil Charms, il cimitero Piskarëvskij qui, fosse comuni 9 e 23, sempre viva Daniil Charms]
sabato 24 Giugno 2017
Un giorno, in centro, mi ero perso, vedo una donna, mi avvicino, Scusi, dico, le posso chieder un’informazione? e lei dice Dipende. Dipende? Come dipende? È un’informazione, mi son perso, ho bisogno di un’informazione. Dipende.
Ecco, a me, queste cose, mi allontano. Mi metto a correre e vado così forte che non mi vedon più. Il verde, il grigio, mi piacciono, ma preferisco il giallo, e la paura a me mi fa paura.
Poi ci son stato ancora, a lavorarci, e una delle prime volte che ci andavo, sopra la scale della metropolitana, mi viene incontro uno, mi guarda e dice Che Dio ti maledica.
Lì quello lo capisco un po’ di più, non me la sono presa. Lì quella lì, secondo me, è normale.
[Sei città, illustrazioni di Timofej Kostin, esce il 29 giugno]
mercoledì 21 Giugno 2017
La gente qui, dicono, è simpatica, gli abitanti, è un piacere, sentirli parlare, è solo difficile trovarli, è un po’ di tempo che si sono barricati, non si sa a far cosa, a tener dietro a degli affitti, dicono, affittano, qui, se cerchi un affitto, vieni, qui si trova.
La musica non si capisce bene, la musica c’è tutto, la musica va bene tutto, puoi suonare tutto, la musica non dà fastidio, la musica va bene.
La lingua, non lo so, ne parlan tante, quella locale sembra arrotondata, un uso strano della zeta, vocali larghe, le bocche si spalancano per dirle.
Il tempo, il clima, come dicono (in russo la chiaman la pagoda), l’estate è molto caldo, l’inverno freddo, umido sempre, molte zanzare, la nebbia non ci arriva, ci sono troppe case intorno, a far da scudo.
Il cibo son famosi in tutto il mondo, inventano dei piatti, i ristoranti, ci scrivon sotto che li fanno loro, il cibo qualcheduno ha messo in giro la leggenda che si mangia bene.
Scherzano molto, gli abitanti, le cose serie le dicono scherzando, si dàn dell’imbecille l’un con l’altro, non si offendono, buoni caratteri, è un piacere, ragionarci, solo, è difficile trovarli, da qualche tempo si sono barricati, non si sa a far cosa, a far dei conti, dicono, veder se scampano, se ce la fanno, chissà a far cosa, a far dei conti, credo, non so bene.
Le torri, son famosi per le torri, m’han detto che ce n’eran molte, adesso un po’ ne son rimaste, alcune sono dritte, altre son storte.
Ma più famosi ancora gli abitanti, che son gentili, e premurosi, e aperti, molto ospitali, solo, è un po’ difficile trovarli, da qualche tempo si sono barricati, non si sa a far cosa, a evitar le multe, dan molte multe, chissà da dove viene la parola multe, chissà se proprio da quel fatto lì, che ancora prima che esistesse la parola, ne davan molte, delle multe, chissà come si chiamavan prima, forse puche, quando ne davan poche, dopo si sono accorti che ne davan molte, gli hanno cambiato il nome, forse è quello.
[Esce il 29 giugno]
venerdì 27 Gennaio 2017
Del posto dove sono nato. Che è una città così, non troppo grande, che a me, lo so che non è bello dirlo, piace tanto. Adesso non ci abito, ci vado poco.
Lì, a certe ore, c’è una luce, in strada, che se hai un umore che i pensieri ti permetton di guardare, ti sembra di nuotare, nella luce.
Lì, quando sei un bambino, che son le due del pomeriggio, che esci dal portone, dall’androne buio del condominio dove abitano i tuoi genitori, e apri il portone e entri nella luce, che è tempo – dalle due del pomeriggio fino a sera – e spazio – da via Montebello in qua, tutto il quartiere – lì, tutti i giorni la promessa è così grande che ti vien da piangere, a pensarci.
[Da Sei città, esce tra qualche mese per Marcos y Marcos, illustrazioni di Timofej Kostin]
martedì 27 Settembre 2016
Di Timofej Kostin, viene da qui: Clic
domenica 26 Giugno 2016
Una vecchia, per la troppa curiosità, s’è ribaltata dalla finestra, è caduta e s’è sfracellata.
Dalla finestra s’è sporta un’altra vecchia, e ha cominciato a guardare in giù quella che si era sfracellata ma, per la troppa curiosità, s’è ribaltata anche lei dalla finestra, è caduta e s’è sfracellata.
Poi dalla finestra s’è ribaltata una terza vecchia, poi una quarta, poi una quinta.
Quando s’è ribaltata la sesta vecchia mi sono stancato di guardarle, sono andato al mercato Mal’cevskij, dove, dicevano, a un vecchio cieco avevano regalato uno scialle fatto a mano
[Daniil Charms, illustrazione di Timofej Kostin]
domenica 21 Settembre 2014
In una città gli abitanti è difficile trovarli, si son barricati, non si sa a far cosa, a tener dietro ai conti, dicono.
In un’altra città, a certe ore del giorno, se hai un umore che i pensieri ti permetton di guardare, ti sembra di nuotare nella luce.
In un’altra, se chiedi «Scusi, posso chiederle un’informazione?», ti rispondono «Dipende».
In un’altra ancora, una volta, gli abitanti, sembravano tutti convegnisti.
Ce n’era una che c’è un ristorante che paghi una bistecca, ne puoi mangiare quindici, se riesci.
E l’ultima era intera ma da poco, dieci anni, e faceva pensare a un’altra città che, a andarci in giro dentro, ti sembrava di non esser niente, e questi giri, per trovar la strada dove si sente odore di pettinatrice.
[Con Timofej Kostin abbiamo fatto una graphic novel che non è una graphic novel e si intitola Sei città e adesso proviamo a pubblicarla, se riusciamo]
domenica 10 Gennaio 2010
No niente. Un anno fa, un mio amico, mi ha detto che secondo lui non stavo bene perché ero troppo contento di vederlo.
martedì 6 Ottobre 2009
L’altro giorno ero a una festa di compleanno con un mio amico russo che si chiama Timofej, e stavo guardando la gente e mi sembrava una compagnia così eterogenea (era una festa di bambini dell’asilo, la gente eterogenea erano i parenti), e cercavo la parola russa per dirlo e me l’ha detta Timofej e la parola era Raznošapočnaja; dove razno è il prefisso per differente e šapočnyj significa di cappelli, che riguarda i cappelli, o i berretti.
Cioè raznošapočnaja significherebbe con i cappelli, o i berretti, diversi tra loro.
E mi sembrava una parola bellissima e sono andato a cercarla sul dizionario e sul dizionario non c’era.
lunedì 28 Settembre 2009
La scritta dice La bellezza in primo piano, da noi, a Pietroburgo.
[mandata da Timofej Kostin, fatta da Vadim Lur’e].