lunedì 27 Novembre 2017
C’è un signore russo che era giovane duecento anni fa che una volta, a Parigi, aveva detto che la Russia è quel paese dove le favole sono allegre e le canzoni tristi.
Be’, questa è una raccolta di favole allegre, anche se alcune un po’ fanno paura, perlomeno a me, fanno paura, e sono favole allegre che hanno la caratteristica che non le ha scritte nessuno.
Sono favole tradizionali, che sono un po’ come le storie che raccontiamo ai nostri amici, che loro poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici e alla fine rimane solo la storia che è come se non l’avesse scritta nessuno, è come se si fosse fatta da sola, come le montagne: ci sono, le montagne, ma chi le ha fatte?
E chi lo sa, son lì da sempre, non c’è nessuno che ha visto un muratore che ha tirato su una montagna, però qualcuno la deve aver tirata su, perché è lì.
Ecco, queste che state per leggere, ammesso che le stiate per leggere, sono sedici montagne russe, in un certo senso, e son tutte fatte come vi ho detto, dagli amici che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici tanto tanto tempo fa, nel periodo di costruzione delle montagne, tranne l’ultima, che l’hanno scritta centocinquanta anni fa dei ragazzi che andavano a una scuola che teneva uno scrittore russo che si chiamava Leone Tolstoj che aveva una teoria strana.
Lui pensava che non fossero i grandi a dovere insegnare a scrivere ai bambini, ma i bambini a dovere insegnare a scrivere ai grandi.
Buona lettura (ammesso che lo leggiate).
[Come è andata veramente tra Mascia e Orso, illustrazioni di Timofej Kostin, Gallucci editore, esce il 30 novembre]
sabato 22 Luglio 2017
C’è un signore russo che era giovane duecento anni fa che una volta, a Parigi, aveva detto che la Russia è quel paese dove le favole sono allegre e le canzoni tristi.
Be’, questa è una raccolta di favole allegre, anche se alcune un po’ fanno paura, perlomeno a me, fanno paura, e sono favole allegre che hanno la caratteristica che non le ha scritte nessuno.
Sono favole tradizionali, che sono un po’ come le storie che raccontiamo ai nostri amici, che loro poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici, che poi le raccontano ai loro amici e alla fine rimane solo la storia che è come se non l’avesse scritta nessuno, è come se si fosse fatta da sola, come le montagne: ci sono, le montagne, ma chi le ha fatte?
E chi lo sa, son lì da sempre, non c’è nessuno che ha visto un muratore che ha tirato su una montagna, però qualcuno la deve aver tirata su, perché è lì.
Ecco, queste che state per leggere, ammesso che le stiate per leggere, sono sedici montagne russe, in un certo senso, e son tutte fatte come vi ho detto, dagli amici che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici, che le raccontavano agli amici tanto tanto tempo fa, nel periodo di costruzione delle montagne, tranne l’ultima, che l’hanno scritta centocinquanta anni fa dei ragazzi che andavano a una scuola che teneva uno scrittore russo che si chiamava Leone Tolstoj che aveva una teoria strana.
Lui pensava che non fossero i grandi a dovere insegnare a scrivere ai bambini, ma i bambini a dovere insegnare a scrivere ai grandi.
Buona lettura (ammesso che lo leggiate).
[Introduzione a Come è andata veramente tra Maša e orso, cosa cambia nella vita di uno scemo se pianta dei piselli, cosa succede a sposare una ranocchia e altre favole russe tradotte e raccontate da Paolo Nori e illustrate da Timofej Kostin che sta per uscire per Gallucci editore]
venerdì 18 Giugno 2010
A San Pietroburgo, quando si sono alzati i ponti, è successa questa cosa qui.
[mandata da Tim Kostin]