Copenaghen, marzo 1849

martedì 23 Aprile 2013

kierkegaard

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Copenaghen, marzo 1849

Quando un paese è piccolo, naturalmente le proporzioni sono piccole in tutti gli ambiti di quel piccolo paese. Così anche in ambito letterario: l’onorario e tutto ciò che vi pertiene non saranno che insignificanti. Essere scrittori – se non si è poeti, e per di più poeti drammatici, oppure se non si scrivono libri scolastici, o se non si è in qualche altro modo scrittori in funzione di un incarico pubblico – è quasi da considerarsi l’impiego peggio retribuito, il meno sicuro, e in tal senso il più ingrato.

[Søren Kierkegaard, Sulla mia attività di scrittore, a cura di Andrea Scaramuccia, Pisa, Ets 2006, p. 35]