mercoledì 24 Agosto 2016
La fede nei miracoli non è espressione di uno spirito devoto bensì di ignoranza ovvero, come afferma Spinoza in una lettera a Oldenburg, «Miracoli e ignoranza sono la stessa cosa».
[Steven Nadler, Un libro forgiato all’inferno. Lo scandaloso Trattato di Spinoza e la nascita della secolarizzazione, traduzione di Luigi Giacone, Torino, Einaudi 2013, p. 88]
lunedì 11 Gennaio 2016
Inoltre, se i miracoli avvenissero davvero, insiste Spinoza, testimonierebbero non già il potere infinito ed eterno di Dio ma, al contrario, i suoi limiti e perfino la sua impotenza, giacché un sistema che richieda interventi dall’esterno dev’essere un sistema alquanto imperfetto e quindi riflettere l’incapacità o la mancanza di preveggenza del suo creatore. La fede nei miracoli implica che: «Dio ha creato una natura così impotente, dotata di leggi e di regole così precarie, da dover egli stesso intervenire poi più volte in suo aiuto, se vuole che essa sia conservata e che le cose procedano nell’ordine stabilito, il che ritengo sia assolutamente privo di senso».
[Steven Nadler, Un libro forgiato all’inferno. Lo scandaloso Trattato di Spinoza e la nascita della secolarizzazione, traduzione di Luigi Giacone, Torino, Einaudi 2013, p. 85]
giovedì 22 Maggio 2014
Il Trattato è altresì una delle opere più importanti di tutto il pensiero occidentale. Spinoza fu il primo a sostenere che la Bibbia non rappresentava letteralmente il Verbo di Dio ma era piuttosto un frutto letterario dell’ingegno umano; che la «vera religione» nulla aveva a che fare con la teologia, le cerimonie liturgiche o i dogmi settari, ma era costituita unicamente da una semplice regola morale: «ama il prossimo tuo»; che alle gerarchie ecclesiastiche non spettava alcun ruolo di gestione di uno Stato moderno. Egli ribadiva inoltre che la «divina provvidenza» non era altro che l’insieme delle leggi di natura; che i miracoli (intesi come infrazioni all’ordine naturale delle cose) erano impossibili e che la fede in essi era solamente l’espressione della nostra ignoranza sulle vere cause dei fenomeni; che i profeti del Vecchio Testamento erano semplici individui come tanti altri, i quali, seppure dotati di qualità etiche superiori, possedevano anche un’immaginazione particolarmente fervida. I capitoli del Trattato dedicati alla politica rappresentano il più accorato appello alla tolleranza (soprattutto alla «libertà di filosofare» senza subire interferenze da parte delle autorità) e alla democrazia che sia mai stato scritto.
[Steven Nadler, Un libro forgiato all’inferno. Lo scandaloso Trattato di Spinoza e la nascita della secolarizzazione, traduzione di Luigi Giacone, Torino, Einaudi 2013, p. VIII]