Signore
Signore, non ho mai provato la bicicletta, attaccato come sono forse a sport più antichi come la scherma o la vela o, se mi fosse possibile, l’equitazione. Ma ne riconosco la meravigliosa praticità. Ha avuto un indubbio effetto sulla nostra specie, liberando il sesso titubante del collegiale, cui spesso appartiene la donna. Da semplice spettatore, rimprovero il movimento inetto, goffo e sgraziato imposto alle gambe da quel macchinario. L’essere umano non può avvicinarsi impunemente a una macchina, e si unisce ad essa soltanto a suo danno. Pare che questo genere d’esercizio, in più renda inadatti alla danza, e questo è un altro vertiginoso abominio, perché sempre preferirò la danza al ciclismo.
[Stéphane Mallarmé, La bicicletta, in Alfred Jarry, Ciclismo patafisico, a cura di Igor Longo, tr. it. di Giancarlo Carlotti, Milano, shake edizioni 2010, p. 51]