martedì 18 Giugno 2019
Oggi per sentirci meno stupidi e mediocri del solito possiamo citare l'”effetto Dunning-Kruger”: quello che spiega come le competenze che servono per giudicare a proposito di una materia siano le medesime necessarie per conoscerla; di conseguenza meno so (di meccanica quantistica, opera lirica, linguistica dell’italiano, cucina vegetariana), meno sono consapevole di non essere titolato a giudicare in merito. Il risultato è che la mia stessa incompetenza mi farà pensare di essere invece competente. L’effetto Dunning-Kruger è la vera legge elettorale, ed è sempre in vigore.
[Stefano Bartezzaghi, Banalità, Milano, Bompiani 2019, p. 9]
domenica 5 Maggio 2019
E al Teatro Zeppilli abbiamo parlato di un genere che Marchesi ha anticipato, i luoghi comuni al contrario, come quello di AlFb: «Scusa l’anticipo ma ho trovato tutti verdi», o quello di Stefano Bartezzaghi: «In fondo Mussolini ha fatto anche molte schifezze».
sabato 27 Gennaio 2018
In fondo Mussolini ha fatto anche molte schifezze.
(Stefano Bartezzaghi)
[AlFb, Scusa l’anticipo, ma ho trovato tutti verdi. E altri 499 luoghi comuni al contrario, Torino, Einaudi 2010, p. 51]
martedì 8 Agosto 2017
Dunraven, esperto in romanzi polizieschi, pensò che la soluzione del mistero è sempre inferiore al mistero. Questo partecipa del soprannaturale e finanche del divino; la soluzione, del giuoco di prestigio.
[Jorge Luis Borges in Stefano Bartezzaghi, Parole in gioco, Milano, Bompiani 2017, p. 91]
lunedì 7 Agosto 2017
L’indovinello indovinato
È subito disprezzato
Nulla vi è di più stantio
Della sorpresa di ieri.
[Emily Dickinson in Stefano Bartezzaghi, Parole in gioco, Milano, Bompiani 2017, p. 91]
lunedì 31 Luglio 2017
L’ippopota disse “Mo
nella mota ho il mio popò”.
[Toti Scialoia in Stefano Bartezzaghi, Parole in gioco, Milano, Bompiani 2017, p. 137]
martedì 27 Settembre 2016
È vietato l’ingresso ai non addetti al lavoro
È vietato il lavoro ai non addetti all’ingresso
È ingrassato l’addetto ai non vietati al lavoro
È lavato il gessetto ai non addetti all’ingrosso
È ingrossato il divieto ai non lavati di fosso
È addetto all’ingresso il non vietato al lavoro
È avvallato il lavoro all’ingresso del foro
È levato di dosso il divieto del tetto
È addossato il divieto ai non venati di rosso
È arrossato il viadotto ai derivati del cloro
È venduto il cruscotto con paletti di gesso
È ingessato il bompresso ai maledetti del fosso
È mozzato il permesso ai garetti del toro
È maledetto il congresso dei cavilli del moro
È forato il moretto nei contratti del coro
È contrito il foretto ai lavori del messo
È cessato il forzetto al divieto dell’oro
È venduto il merluzzo non senza decoro
È dettato il permesso ai verdetti del foro
È vietato l’ingresso agli addetti al lavoro
[Bruno Munari, Attenzione attenzione, in Stefano Bartezzaghi, Un personaggio in cerca di aurore, Mantova, Corraini 2016]
mercoledì 28 Ottobre 2015
Franco Arminio, Stefano Bartezzaghi, Edoardo Camurri, Gabriella Caramore, Cristiano Cavina, Mauro Covacich, Manuele Fior, Fabio Genovesi, Nicola Lagioia, Antonella Lattanzi, Loredana Lipperini, Luca Scarlini, Maria Sebregondi, Fausto Malcovati, Marco Travaglio, Emanuele Trevi, Valeria Parrella, Marco Zapparoli e Andrea Zorzi in provincia di Reggio Emilia a raccontare i libri, i film, le musiche stupefacenti che hanno incontrato in una rassegna che si intitola Le mani che scrivono le poesie (sono le stesse mani che fanno le pulizie), dal 2 novembre al 15 dicembre: clic [il titolo e il sottotitolo vengono prima da qui: clic e poi da qui: clic]
venerdì 20 Dicembre 2013
Scrivendo di enigmistica, pensando ai procedimenti per la composizione e la risoluzione di giochi enigmistici mi è tornata spesso in mente una frase che mi viene rivolta con una frequenza non ancora allarmante ma già sintomatica: «Fortunato tu che fai un lavoro creativo…». È una frase a cui non so mai come reagire, se non cambiando discorso.
[Stefano Bartezzaghi, L’elmo di Don Chisciotte. Contro la mitologia della creatività, Roma-Bari, Laterza 2009, p. 10]
martedì 12 Giugno 2012
Chi non sfa non sfalla
Il termine indisciplina indica ogni scienza che si ottiene cambiando di segno i concetti fondamentali delle scienze che attualmente compongono l’universo accademico italiano.
Sono già stati inventati molti metodi e atteggiamenti ascientifici: ora si tratta di unificarli sotto l’etichetta dell’Ascienza. Ovunque stia andando l’informatica, un’apposita disinformatica la tallona coscienziosamente. Alla giurisprudenza sfuggono i principi dell’ingiurisprudenza (modi di calunniare subdolamente senza commettere reato). E se l’economia conosce e combatte la diseconomia, il commercio mantiene rapporti misteriosi con lo smercio. Un buon dottore di quartiere può curare cagnolini e micini per tutta una vita senza sospettare il pervicace disfattismo dell’inveterinaria (cfr. disinKant e il disadornitorinco).
In alcuni casi la scienza è già contenuta nel suo rovescio: l’astrologia è in parte una disastrologia. In Lewis Carrol si trovano già alcuni elementi di mattematica e di illogica. Meno frequentate le scienze incognitive, quelle in cui si studiano i modi in cui la mente non riconosce gli oggetti che le si presentano, poiché viaggiano travestiti. A ogni possibile fondazione di una ludologia, a parte l’orrore del nome, si oppone immediatamente la più ragionevole deludologia (la scienza del promettere e non mantenere). La misantropologia strutturale studia la sistematica antipatia che il ricercatore ispira alle popolazioni che intende studiare. La sabotanica tassonomizza le rimpiante (organismi vegetali defunti), la frittiologia si occupa dei pesci alla griglia.
[Stefano Bartezzaghi, Tèchne, numero 9/10/11, Udine, Campanotto 2001, p. 43]