Cori

lunedì 3 Novembre 2008

Sabato siamo andati con Paolo Colagrande a vedere Piacenza Parma, e, seguendo i consigli di un esperto, siamo arrivati con un’ora di anticipo. Io non sapevo come avrei fatto a trovare Colagrande, nel piazzale dello stadio, in mezzo a tutta quella gente, poi quando siamo sbucati lì nel piazzale, c’era solo Paolo con suo figlio. Ci siam salutati da lontano, con le mani.
Siamo entrati che lo stadio era vuoto, e era bellissimo. Uno stadio vuoto ti mette addosso una tristezza ma bella, come un senso di possibilità che poi dopo, quando comincia la partita, diventa un senso di spreco che è un po’ meno bello.
Durante la partita c’erano soprattutto i cori, che erano strani, con un capo ultrà del Piacenza che invece era bello perché aveva un collare ortopedico.
A me e a Paolo a un certo momento era venuto da fare un coro Almeno un pareggio, vogliamo almeno un pareggio, almeno un pareggio.

Nottali

giovedì 30 Ottobre 2008

Ogni tanto compro dei giornali. Non lo so perché. O quando sono di buonumore, o quando sono di malumore.
La cosa che non mi piace, dopo, quando li ho comprati, è che mi restano in casa. Dopo, per dei giorni, passando nella stanza dove li ho buttati, leggo dei titoli tipo: Cuore Bologna. Stasera la serie A in campo: al Dallara arriva la Juve.
I giornali, una cosa strana, che il giorno che li compri valgono un euro (il Resto del Carlino un euro e dieci), il giorno dopo non valgon più niente.
Kierkegaard, da qualche parte, scriveva che i giornalisti bisognava chiamarli notturni. E i giornali, probabilmente, allora, nottali.