Sputare via

giovedì 2 Maggio 2024

In quegli anni l’intelligencija russa è divisa tra coloro che credono che la Russia debba seguire l’esempio europeo, e che vorrebbero sviluppare e dare seguito alle riforme del primo (e unico, forse) zar “europeo”, Pietro il grande, che, fondando Pietroburgo e facendone la capitale, ha aperto, come si usa dire, «una finestra sull’Europa» e indirizzato la storia della Russia verso l’occidente (quelli che la pensavano così venivano detti occidentalisti), e coloro che credevano invece che, per la Russia, fosse necessario un cammino autonomo, originale (questi venivano chiamati slavofili).
Il leader degli slavofili, in quel 1880, è quel signore che sale sul palco di Mosca e si rifiuta di fare il suo intervento dopo che ha parlato Dostoevskij, Ivan Sergeevič Aksakov.
Qualche anno prima, nel 1863, Aksakov aveva scritto, a Dostoevskij: «Condizione prima per liberare in noi stessi il sentimento della nazionalità è odiare Pietroburgo con tutto il nostro cuore e con tutti i nostri pensieri. Soffiare via, sputare via, rinnegare “Satana”».
“Satana”, per Aksakov, era Pietroburgo.

[Martedì 7 maggio, alle 19, alla libreria Noi di Milano, con Elisabetta Risari e i traduttori Sofia Ballan, Antonella Castria, Claudia Coppola, Asia Mariancini, Sophia Simo, Monica Triglia e Andrea Vercelli presentiamo il Discorso su Puškin di Dostoevskij]