E se c’è una rivoluzione
mercoledì 22 Novembre 2017
È russa.
[Grazie a Pierluca]
Poco dopo il 1920 giungemmo tutti al cinema sovietico come a qualcosa che ancora non esisteva. Non trovammo una città prefabbricata; non c’erano piazze né strade tracciate; neppure viuzze tortuose e vicoli ciechi quali possiamo trovare nelle cinemetropoli del nostro tempo. Giungemmo, come beduini o cercatori d’oro, in un luogo ricco di possibilità impensabili, di cui una piccola parte soltanto è stata sinora sviluppata.
[Sergej M. Ejzenštejn, La forma cinematografica, traduzione di Paolo Gobetti, Torino, Einaudi 2003, p. 3]