La propria inutilità
Ha ragione la società a prendere sul serio la poesia, ma anche la poesia ha ragione a salvaguardare la propria inutilità /…/
È vergognoso essere duri d’orecchio e dalla vista corta. Se la scarsa attenzione alla nostra piccola opera ci offende più di un insulto, che dire dell’indifferenza alla Creazione, dell’invalidità di un’esistenza meccanica! La poesia aiuta ad apprezzare la vita. Perfino quando il poeta impreca contro l’universo, l’ha comunque osservato, ne è rimasto veramente turbato. “La virtù del poeta lirico è lo spirito d’osservazione”, disse Maldel’štam. Oserei aggiungere che lo spirito d’osservazione è una forma di riconoscenza. La poesia è sempre in fin dei conti la riconoscenza disinteressata al mondo perché è stato creato.
[Sergej Gandlevskij, Trovare il cacciatore, in Poeti russi oggi, a cura di Annelisa Alleva, Milano, 24 ORE Motta Cultura 2008, pp. 501,503]