Perché scrivi
Il quarto compito della scuola elementare gialla, nera, del terrore e del brivido (con esercizi pratici) era: Perché scrivi? E Nicoletta Bianconi l’ha risolto così:
Io quella cosa lì ho cominciato a farla da molto giovane, anzi da piccola, perché mi piaceva scrivere delle cose che avessero 10 lettere o 20 o 30 o 40 e così via, delle cose che io chiamavo perfette e che mi facevano stare bene.
E poi non sapevo disegnare, e per descrivere le cose che volevo descrivere dovevo usare le parole invece dei colori.
E adesso questa cosa qui di prendere un quaderno e di scrivere mi viene sempre da fare anche se forse sarebbe meglio che smettessi, perché dopo, quando leggo le cose che ho scritto, non mi piacciono mai e rimango male.
E allora mi immagino un gruppo di auto aiuto per persone come me, un gruppo di gente che non riesce a smettere pur non combinando niente di buono.
Mi immagino la mia prima volta, Diamo il benvenuto alla nostra nuova amica Ciao Nicoletta! Ciao, ciao, benvenuta. Allora hai voglia di raccontarci come hai cominciato? Ho cominciato da piccola, ero alle elementari e la maestra Rosanna Monari mi diceva sempre che ero brava che dovevo scrivere, e io scrivevo, scrivevo…
Mi diceva che dovevo fare il Liceo Classico, anche alle medie mi dicevano che dovevo fare il Liceo Classico, poi al Liceo Classico mi dicevano ma cosa sei venuta a fare?
E io volevo dire, scusate, scusate tutti, ho sbagliato io, hanno tanto insistito che venissi qua, mi hanno fatto credere che fosse una scuola di scrittura, mi hanno detto che qui mi insegnavano a scrivere, scusate tanto.
E poi dopo del tempo mi immagino che sempre in questo gruppo una sera io dico: Oggi sono 10 settimane che non prendo una penna in mano e tutti mi applaudono, brava brava! Tieni duro! Non sei sola!
E poi mi immagino appiccicata alle vetrine delle cartolerie, mentre mi guardo intorno, entro, annuso il profumo dei quaderni nuovi, tocco le matite e poi un respiro profondo, esco di corsa senza salutare.