martedì 1 Febbraio 2011
Mi hanno detto che un po’ di quelli che si rivolgono alla libreria modo infoshop per chiedere informazioni sulla scuola elementare di scrittura emiliana, chiedono se è una scuola dove si insegna il dialetto: no, non si insegna il dialetto. Mi hanno detto che chiedono anche quando scade il termine delle iscrizioni: il termine scade sabato 5 febbraio, ammesso che, prima del 5, non si arrivi a 15 iscritti, e allora ci fermiamo lì. Il corso si fa se arriviamo a un minimo di 10. Ieri gli iscritti erano 9.
venerdì 14 Gennaio 2011
Compito della parola: sul modello del Dizionario affettivo della lingua italiana, di Matteo B. Bianchi, scegliete una parola che vi piace e dite perché.
Nel sussidiario e nei libri che leggevo da piccola, bisognava sempre stare attenti all’imbrunire. All’imbrunire bisognava tornare a casa e all’imbrunire spuntavano tutte quelle creature della notte che di giorno non sono visibili e quindi ti dimentichi che esistano. Per molto tempo “l’imbrunire” l’ho immaginato come una soglia che bisognava attraversare con terrore e eccitazione. Nel mio dizionario privato ‘l’imbrunire’ era come il ‘barrito’ che era solo dell’elefante e il ‘garrito’ solo delle rondini, parole che infilavi nel tema se volevi fare bella figura con la maestra.
Poi, quando sono diventata più grande, ho cominciato a capire cos’era l’imbrunire mettendomi a osservarlo, e allora mi sono accorta che, per prima cosa, l’imbrunire era un verbo.
Io imbrunisco quando arriva la sera, tu imbrunisci pure tu, il tronco dell’albero imbrunisce in inverno, le foglie imbruniscono in autunno, e, forse non ci avete mai pensato, ma imbrunite anche voi ogni tanto Continua a leggere »