Le cose
Se uno si porta il computer a letto e si mette a scrivere, oppure si alza e si mette a scrivere alla scrivania, anche se scrive delle stesse cose, scrive poi delle cose tutte diverse, mi sembra. Comunque buongiorno.
Se uno si porta il computer a letto e si mette a scrivere, oppure si alza e si mette a scrivere alla scrivania, anche se scrive delle stesse cose, scrive poi delle cose tutte diverse, mi sembra. Comunque buongiorno.
Solo un talento mediocre può essere un perfetto signore; un grande talento implica sempre una buona dose di cialtroneria. Di qui l’importanza degli scrittori minori – quali maestri di buone maniere.
[W. H. Auden, Scrivere, in La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Milano, Adelphi 1999, p. 36]
I primi tempi scrivevo a penna, sopra un quaderno, e dopo un mese, più o meno, copiavo al computer quello che avevo scritto, stampavo e lo rileggevo. Tutti i giorni una cosa, almeno, anche piccola, tutto quel poco che succedeva, senza censure, e mi accorgevo se andava bene o male dopo un mese, quando la rileggevo, copiata al computer e stampata. Per esempio ieri, mentre stavo lavando i piatti, ho pensato a una cosa che, se fossero stati i primi tempi l’avrei scritta, solo che, non eran più i primi tempi, non l’ho mica scritta.
Uno pensa In Portogallo è diverso, invece, che strano, anche in Portogallo è uguale, anche in Portogallo non ho niente da scrivere e la cosa ancora più strana è che lo scrivo, come mi succede anche in Italia da diciassette o da diciotto anni e mi vien da pensare che se trovassi qualcosa da scrivere, smetterei di scrivere, probabilmente, ma forse no.
Scrivo sull’autostrada di ritorno da Mira, all’altezza dell’uscita Bologna interporto. È la prima volta che scrivo con il computer sopra a una macchina in movimento. Non è molto diverso da quando si scrive in treno. Non come leggere, che non ci si riesce. Che io perlomeno non ci si riesco.