martedì 4 Gennaio 2011
Per l’uso della lingua: Ricordate che due grandi maestri della lingua, William Shakespeare e James Joyce, scrivevano frasi quasi infantili mentre i loro argomenti erano i più profondi. “To be or not to be” chiede l’Amleto di Shakespeare. La parola più lunga è di tre lettere. Joyce, quando voleva divertirsi, era capace di creare frasi intricate e scintillanti come una collana di Cleopatra, ma la mia frase preferita del suo racconto Eveline è “Lei era stanca”. In quel punto della storia, niente potrebbe fare breccia nel cuore del lettore come quelle tre parole.
La semplicità della lingua non è solo stimabile, probabilmente è addirittura sacra. La Bibbia si apre con una frase decisamente alla portata di un quattordicenne sveglio: “All’inizio Dio creò il cielo e la terra”.
[Kurt Vonnegut, Come scrivere con stile, in Benvenuta nella gabbia delle scimmie, cit., p. 146]
lunedì 3 Gennaio 2011
Lo stile di scrittura per voi più naturale tende a riecheggiare il linguaggio che sentivate da bambini. L’inglese era la terza lingua del romanziere Joseph Conrad, e quello che sembra arguto, nel suo uso dell’inglese, senza dubbio proveniva in buona parte dal polacco, la sua prima lingua. Lo scrittore cresciuto in Irlanda è davvero fortunato, poiché l’inglese che si parla là è molto divertente e musicale. Io sono cresciuto a Indianapolis, dove il linguaggio comune sembra una sega a nastro che taglia lo stagno galvanizzato, e si serve di un vocabolario tanto disadorno quanto una chiave inglese.
In alcune delle più remote e disabitate zone dei monti Appalachi, i bambini crescono ancora ascoltando canzoni e locuzioni dell’epoca elisabettiana. Proprio così, e molti americani crescono ascoltando una lingua diversa dall’inglese, o un dialetto inglese che la maggioranza degli americani non riesce a capire.
Tutte queste varietà di linguaggio sono belle, proprio come sono belle le diverse specie di farfalle. Dovreste fare tesoro per tutta la vita della lingua della vostra infanzia, qualunque essa sia stata. Se per caso non era l’inglese tradizionale, il risultato di solito è delizioso, come una bellissima ragazza con un occhio verde e l’altro azzurro.
Io stesso trovo che la mia scrittura è molto più convincente, e anche gli altri sembrano di questa opinione, quando do l’idea di essere in tutto e per tutto una persona che viene da Indianapolis, che è ciò che sono. Che alternative ho? Quella raccomandata con grande veemenza dagli insegnanti, ha senza dubbio assillato anche voi: scrivere come un inglese colto di cento e più anni fa.
[Kurt Vonnegut, Come scrivere con stile, in Benvenuta nella gabbia delle scimmie, cit., p. 147]