domenica 15 Maggio 2011
Domenica 15 maggio,
a Torino,
al salone del Libro,
alle ore 16,
allo Spazio Room to the future – Invasioni mediatiche,
presentazione della casa editrice Sugaman
con Alessandro Bonino,
Luciano Marrocu,
Paolo Nori
e Simona Toncelli.
domenica 15 Maggio 2011
Al salone del libro di Torino, quest’anno, mi dicono quelli che ci sono andati, una delle novità è la sezione degli ebook, che forse c’era anche gli anni passati ma quest’anno di più. Mi avevano invitato anche a me, a parlar degli ebook, dato che con un mio amico di Cuneo abbiamo messo su da pochi mesi una casa editrice elettronica che fa solo ebook. Però poi ci son stati dei problemi, non sapevo neanche bene di cosa parlare, ho pensato che forse era meglio se stavo a casa. Solo che poi i problemi si sono risolti, allora ci vado. Sarò lì domenica, il giorno che esce questo trafilletto su Libero, alle ore 16, insieme a Alessandro Bonino e a Luciano Marrocu, a parlare della nostra casa editrice e degli ebook e di un libro elettronico di Luciano Marrocu che è uscito proprio in occasione del salone del libro di Torino del quale, però, in questo trafiletto, a parte che è quasi finito lo spazio, ma è meglio che io non ne parli, l’ho pubblicato io, praticamente, insieme a un mio amico di Cuneo, mi sentirei in imbarazzo, credo sia comprensibile. Allora niente. Se ci siete anche voi, magari ci vediam lì. Se invece state a casa, non ci vediamo.
[Dovrebbe uscire oggi su Libero]
sabato 14 Maggio 2011
È noto a chiunque abbia studiato un po’ di letteratura russa che Lev Tolstoj, quando, nel 1860, ha cominciato a lavorare al romanzo che sarebbe diventato Guerra e pace, avrebbe voluto scrivere un romanzo sulla rivoluzione dei decabristi del 1825. Sembra però che si sia poi accorto che quella vicenda era troppo vicina nel tempo; eran passati solo 35 anni, erano troppo pochi, per ricavare, da fatti di attualità, materia romanzesca, e Tolstoj alla fine, ha cominciato il suo romanzo nel 1805.
Ecco, se prendiamo per generale questa regola che sembra abbia guidato Tolstoj, verrebbe da dire che un tema, per diventare tema letterario, ha bisogno di star lì, a decantare, per dei decennni. Questa cosa, se fosse vera, farebbe, della letteratura, e in particolare della lettetura contemporanea, la meno contemporanea delle arti contemporanee, cosa che spiegherebbe, in parte, l’indifferenza del grande pubblico rispetto a romanzi che poi, decenni dopo, una volta morto l’autore, avranno magari un grandissimo successo, ma che intanto, mentre l’autore è vivo, vengono considerati da pochissimi, e da quei pochi spesso con sospetto, forse proprio perché parte di un insieme, la letteratura contemporanea, che già con la sua sola presenza sembra indicare una specie di anacronismo, di incomprensibile contraddizione. Continua a leggere »
sabato 14 Maggio 2011
Al salone del libro di Torino di quest’anno la nazione ospite è la Russia: ci sono degli scrittori russi che parlano dei loro libri e degli scrittori italiani che ne parlano anche loro. Avevano chiamato anche me, a parlare dei libri di Sanaev e di Prilepin, però poi ci son stati dei problemi, io non li avevo letti e non ero sicuro di avere il tempo per leggerli non sapevo neanche bene di cosa parlare, abbiamo deciso che era meglio se stavo a casa. Infatti adesso sono a casa e, come succede, mi è venuto in mente di cosa avrei potuto parlare. Avrei detto, credo, che io, che leggo prevalentemente libri russi scritti in russo da dei russi, in occasione di questo salone del libro di Torino mi sono accorto che degli ospiti russi non ho letto neanche un libro. E, a pensarci, mi sono accorto che, tra i russi, io leggo quasi esclusivamente libri di gente che è già morta. E mi sarebbe tornata in mente una poesia di Vivien Lamarque: «Siamo poeti, vogliateci bene, da vivi di più, da morti di meno, ché tanto non lo sapremo». E credo che avrei finito così, se fossi andato. Invece son stato a casa.
[Dovrebbe uscire oggi su Libero]