[Ancora] La neve dell’anno passato

domenica 11 Febbraio 2018

Angelo Maria Ripellino, Saggi in forma di ballate

Procùrati carta da macchina
prendi un foglio dopo l’altro
e copri il tavolo
la sedia
il termosifone
il pavimento
tutto ciò su cui
può stendersi un pezzo di carta
sino a rendere bianca l’intera stanza
Poi adàgiati sul posto residuo
copri te stesso
chiudi gli occhi
e col pensiero alla neve dell’anno passato
riposa un istante.

[Jiři Kolař, La neve dell’anno passato, citato in Angelo Maria Ripellino, Saggi in forma di ballate, Torino, Einaudi 1978, p.. 248-249]

La neve dell’anno passato

giovedì 14 Gennaio 2016

Angelo Maria Ripellino, Saggi in forma di ballate

Procùrati carta da macchina
prendi un foglio dopo l’altro
e copri il tavolo
la sedia
il termosifone
il pavimento
tutto ciò su cui
può stendersi un pezzo di carta
sino a rendere bianca l’intera stanza
Poi adàgiati sul posto residuo
copri te stesso
chiudi gli occhi
e col pensiero alla neve dell’anno passato
riposa un istante.

[Jiři Kolař, La neve dell’anno passato, citato in Angelo Maria Ripellino, Saggi in forma di ballate, Torino, Einaudi 1978, p.. 248-249]

Gli occhi delle bestie vive

domenica 28 Dicembre 2014

Angelo Maria Ripellino, Saggi in forma di ballate

Tuttavia, quando egli suggerisce di «introdurre le scimmie nella famiglia dell’uomo e di dotarle di alcuni diritti di cittadinanza» (V, 158); di «allevare belve rapaci, per contenere la conversione degli uomini in conigli. Nei fiumi allevar coccodrilli» (V, 156); di «riservare all’eterna incessante guerra fra i desiderosi di tutti i paesi un’apposita isola disabitata, ad esempio l’Islanda (bellissima morte)» (V, 159); di «erigere monumenti viaggianti sulle piattaforme dei treni» (V, 160); di «far uso nelle guerre abituali di armi sonnifere» (V, 159), – l’austerità profetale non basta a nascondere il suo intendimento di beffarsi del mondo, l’irrisione dadaistica. Ma come sa essere serio e sornione il mago, in assai scienze esperto: «I migliori medici trovarono che gli occhi delle bestie vive irradiano speciali flussi, che agiscono come rimedi sui malati di mente» (IV, 289).

[Angelo Maria Ripellino, Tentativo di esplorazione del continente Chlebnikov, in Saggi in forma di ballate, Torino, Einaudi 1978, p. 108]

Appunto

sabato 7 Giugno 2014

ripellino
 

 

 

 

È appunto l’infantilismo ripetitore e sconnesso, che sbanda di palo in frasca e che muta a ogni passo il tempo dei verbi, è appunto l’astuta innocenza, la novità geniale nell’arte di Chlébnikov. Come il consigliere Crespel di Hoffmann, che si divertiva a sminuzzare violini, così Chlébnikov, ligi alla strategia dell’iterazione, con insistenza grafomane sbriciola le metafore , ridisponendone i pezzi in incastri diversi, come un giuoco di cubi puerili. L’effetto che consegue dall’ossessivo ripetersi delle molecole di una metafora in molteplici aggregazioni assomiglia a quello di alcune sequele iterative di immagini di artisti Pop.
I procedimenti e le aspirazioni di Chlébnikov hanno radici nella pittura moderna: molte delle sue pagine non si spiegherebbero senza metterne in luce il rapporto coi trucchi di Tatlin, Filonov, Malevič. Del resto tutta la scuola cubofuturistica russa anelò di introdurre in poesia gli espedienti e i colori delle nuove tendenze pittoriche.
Fra tutti i futuristi Velimir è però il più sfuggente e il più misterioso. Attraversa quegli anni di soqquadro e tormenta, solitario, randagio, in disparte.

[Angelo Maria Ripellino, Alla scoperta di Chlébnikov, in Saggi in forma di ballate, Torino, Einaudi 1978, p. 151-152]