sabato 10 Giugno 2017
Pre chi viene a San Pietroburgo, piccola bibliografia parziale.
Si può forse dire che la letteratura russa come la conosciamo oggi comincia ai primi dell’ottocento con un romanzo in versi, l’Evgenij Onegin di Puškin. C’è una traduzione che a me sembra molto bella, in endecasillabi, di Ettore Lo Gatto, che è stata ripubblicata recentemente da Quodlibet compagnia extra (si intitola Eugenio Oneghin).
Tutta la prosa che Puškin ha pubblicato in vita, che è incantevole, e è la pietra angolare della letteratura russa dell’ottocento, è raccolta in un’edizione che ho tradotto io: Aleksandr Puškin, Umili prose (è uscita per Feltrinelli).
Di Puškin andremo a vedere la casa dove abitava quando è morto, che è vicinissima alla prospettiva Nevskij (della quale si parla nei Racconti di Pietroburgo di Gogol’, questa edizione è tradotta molto bene Clic).
Della morte di Puškin parla un libro italiano memorabile che è stato anche un libro che ha fatto scalpore, come si dice, tra gli slavisti, Il bottone di Puškin di Serena Vitale (Adelphi), chi non l’ha letto credo lo leggerà volentieri.
Vedremo il teatro dove è stato rappresentato per la prima volta Ревизор, di Gogol’ (che è, in italiano o Il revisore – l’edizione che ho io, Marsilio, con testo a fronte, a cura di Emilia Magnanini – o L’ispettore generale, varie edizioni, Feltrinelli o Garzanti).
Se non avete letto Le anime morte, lo consiglio anche se non è ambientato a Pietroburgo (c’è un’edizione che ho tradotto io, Feltrinelli, ma in generale credo che vadano bene molte traduzioni, consiglio di evitare quelle un po’ antiche, di Landolfi, Ermanno Rea, Leone Ginzburg e quelle moderne dove tolgono le ripetizioni, l’Einaudi un po’ si distingue, in questa pratica).
Tolstoj ha parlato forse più di Mosca che di Pietroburgo, ma c’è un libretto ambientato prevalentemente nel Caucaso che si intitola Chadži-Murat, che a me sembra un capolavoro, tanto più prezioso in quanto non tanto conosciuto (ce n’è in giro un’edizione che ho tradotto io per Voland).
Altre due cose che ho tradotto io e poi basta: sempre per Voland, ho curato un’edizione di Memorie del sottosuolo che è forse uno dei racconti più pietroburghesi del più pietroburghese degli scrittori russi, Fëdeor Michajlovič Dostoevskij e un libro straordinario, ambientato a Pietroburgo e che comincia in via Gorochovaja, che attraverseremo decine di volte, in luglio, Oblomov di Gončarov (edizioni Feltrinelli).
C’è già un sacco di roba, ma mi sento di darvi ancora tre indicazioni sul novecento e due su testi generale: di Anna Achmatova La corsa del tempo (a cura di Michele Colucci) e, su di lei, Incontri con Anna Achmatova, di Lidija Čukovskaja; di Osip Mandelštam il Discorso su Dante (che è contenuto anche in un’antologia Bompiani intitolata Sulla poesia) e, su di lui, L’epoca e i lupi (scritto dalla moglie Nadežda e che si trova solo in biblioteca, ho paura); di Iosif Brodksij Guida a una città che ha cambiato nome, che è un testo su Pietroburgo (e è contenuto in Fuga da Bisanzio) e Dall’esilio, che è un librettino che contiene il testo, bellissimo, sull’accettazione del Nobel, e un altro testo, per me ancora più bello, sulla «condizione che noi chiamiamo esilio». (anche una quarta, sul novecento: qualcosa di Dovlatov varrebbe la pena, secondo me, La valigia, per esempio).
Poi, per chi vuole documentarsi sulla città, c’è testo di Solomon Volkov che si intitola San Pietroburgo (da Puškin a Brodskij, storia di una capitale culturale) che sembra scritto per noi (è appena un po’ lungo, forse, e, per il mio gusto, un po’ troppo dettagliato nella parte sulla danza, dove io ho un po’ saltato); e un altro libro sulla città che, se avete tempo, vale la pena di leggere, è Il mito di Pietroburgo, di Ettore Lo Gatto.
sabato 1 Aprile 2017
Si fa il viaggio a San Pietroburgo dal 14 al 20 luglio organizzato dall’Associazione Italia Russia di Milano e l’agenzia di viaggi Adenium; dei 25 posti disponibili, 23 sono prenotati, se confermano tutti ne restano liberi 2; per informazioni: Clic
venerdì 31 Marzo 2017
Venerdì 31 marzo 2017,
a Milano,
all’Associazione Italia Russia
in via Cadore, 16
(Tel. 02 8056122,
info@associazioneitaliarussia.it,
www.associazioneitaliarussia.it)
alle 19:00,
presentazione del viaggio
Russia
Istruzioni per l’uso
martedì 14 Febbraio 2017
“In questo viaggio a San Pietroburgo, la più astratta e premeditata città del globo terrestre, secondo una celebre definizione di Dostoevskij, proveremo a raccontare la città attraverso i suoi scrittori; se si apre un qualsiasi manuale di storia russa, si vede che gli scrittori russi, Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj, Lermontov, Turgenev, l’Achmatova, Esenin, Bulgakov, Gor’kij, Brodskij, Eren’burg, hanno avuto un’importanza, nella storia a loro contemporanea, inimmaginabile, fuori dalla Russia. I primi dell’ottocento, per esempio, non vengono ricordati come l’epoca dello zar Nicola, ma come l’epoca del poeta Aleksandr Puškin. Una guida americana di San Pietroburgo comincia dicendo che, in Russia, un poeta ha la stessa fama che in America ha un giocatore di baseball. Questa cosa, chissà come mai, continua fino a oggi, se si considera che, in questi ultimi anni, uno dei principali avversari del potere, in Russia, è stato Limonov, lo strano scrittore di cui ha parlato Carrère in un celebre libro. Ecco, noi (nell’estate del centenario della rivoluzione russa) proveremo a seguire le tracce che Puškin, Gogol’, Lermontov, Dostoevskij, Esenin, Achmatova, Brodskij, Charms, Chlebnikov e altri hanno lasciato in questa astratta, premeditata e stupefacente città. Non è richiesta la conoscenza del russo, né una particolare conoscenza della letteratura russa, ma verrà consigliata una bibliografia e verrà impartita, come si dice, un’alfabetizzazione del cirillico.”
PRESENTAZIONE DEL VIAGGIO
31 marzo 2017 ore 19.00
Associazione Italia Russia
Milano via Cadore, 16
Tel. 02 8056122
info@associazioneitaliarussia.it
www.associazioneitaliarussia.it
L’itinerario e i testi sono di Paolo Nori
L’organizzazione tecnica è di Adenium di Cleome srl- licenza nr. 203551/07 del 8/11/2007
Polizza RC nr. 100070723 Unipol Spa
IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO
1° giorno 14 luglio venerdì
Milano Malpensa – San Pietroburgo
Partenza da Milano Malpensa con volo diretto SU 6674 Aeroflot Russian Airlines delle ore 13.00.
All’arrivo trasferimento e sistemazione in hotel ’Arbat Nord, 3 stelle www.arbat-nord.ru/en
Cena in hotel.
“All’arrivo a San Pietroburgo, dopo esserci sistemati in albergo e dopo avere cenato facciamo un giro nella piazza del Senato, sotto il cavaliere di Bronzo, dove, nel dicembre del 1825, c’è stata la prima rivoluzione russa, la rivoluzione dei decabristi, alla quale sembra avrebbe dovuto partecipare anche Puškin, e, sotto il monumento che poi da Puškin ha preso il nome, proviamo a raccontare perché la letteratura russa è così popolare in Russia (molto più di quanto in Italia sia popolare la letteratura italiana).”
2° giorno 15 luglio sabato
San Pietroburgo
Prima colazione in hotel.
Pranzo e cena liberi.
“Il palazzo dal quale prende il nome la piazza del palazzo, dove andiamo al mattino, è il palazzo d’inverno, quello che è stato preso nell’ottobre del 1917 e che adesso è diventato un museo, forse il museo più famoso di San Pietroburgo, l’Ermitaž, dove c’è l’arte occidentale, che ricorda un po’ il Louvre, e dove potrete andare nel giorno libero ma dove noi non vi portiamo perché noi, dopo esser stati alla casa museo di Puškin, che è il posto dove Puškin è morto, il 29 gennaio del 1837, a 36 anni (come Chlebnikov, Esenin e Majakovskij) e dopo aver mangiato alla Brodjačaja sobaka (Il cane randagio) il cabaret dove si trovavano i futuristi russi, vi portiamo, al pomeriggio, al museo Russo, dove c’è l’arte russa, dalle icone alle avanguardie, e che è un museo che non ricorda niente perché c’è solo a San Pietroburgo, un museo così. Alla sera, dopo cena, per chi vuole, facciamo una passeggiata fino al monumento di Anna Achmatova, rivolto verso la prigione delle Croci, dall’altra parte del fiume, davanti alla quale lei faceva la fila per andare a trovare suo figlio, e dove, nella seconda metà degli anni trenta, le è successo quel che racconta in Requiem «Allora una donna che stava dietro di me, con delle labbra blu, e che, naturalmente, non aveva mai sentito il mio nome, si è riscossa dal torpore che ci avvolgeva tutti e mi ha chiesto in un orecchio (lì sussurravano tutti): “Ma lei questo lo può descrivere?”. E io ho detto “Posso”. Allora una cosa che mi è sembrata un sorriso è scivolata lungo quello che una volta doveva esser stato il suo viso”».” Continua a leggere »
martedì 7 Febbraio 2017
Quest’estate, in luglio, con l’Associazione Italia Russia organizziamo un viaggio a San Pietroburgo, una settimana a seguire, in città, le tracce degli scrittori russi dell’otto e del novecento, un po’ sul modello del viaggio che ho fatto l’anno scorso con il circolo dei lettori di Torino, stanno per uscire tutti i dettagli coi prezzi e tutto, intanto qua sotto copio un giorno di programma:
15 luglio
Il palazzo dal quale prende il nome la piazza del palazzo, dove andiamo al mattino, è il palazzo d’inverno, quello che è stato preso nell’ottobre del 1917 e che adesso è diventato un museo, forse il museo più famoso di San Pietroburgo, l’Ermitaž, dove c’è l’arte occidentale, che ricorda un po’ il Louvre, e dove potrete andare nel giorno libero ma dove noi non vi portiamo perché noi, dopo esser stati alla casa museo di Puškin, che è il posto dove Puškin è morto, il 29 gennaio del 1837, a 36 anni (come Chlebnikov, Esenin e Majakovskij), e dopo aver mangiato alla Brodjačaja sobaka (Il cane randagio), il cabaret dove si trovavano i futuristi russi, vi portiamo, al pomeriggio, al museo Russo, dov’è c’è l’arte russa, dalle icone alle avanguardie, e che è un museo che non ricorda niente perché c’è solo a San Pietroburgo, un museo così.
Alla sera, dopo cena, per chi vuole, facciamo una passeggiata fino al monumento di Anna Achmatova, rivolto verso la prigione delle Croci, dall’altra parte del fiume, davanti alla quale lei faceva la fila per andare a trovare suo figlio, e dove, nella seconda metà degli anni trenta, le è successo quel che racconta in Requiem «Allora una donna che stava dietro di me, con delle labbra blu, e che, naturalmente, non aveva mai sentito il mio nome, si è riscossa dal torpore che ci avvolgeva tutti e mi ha chiesto in un orecchio (lì sussurravano tutti): “Ma lei questo lo può descrivere?”. E io ho detto “Posso”. Allora una cosa che mi è sembrata un sorriso è scivolata lungo quello che una volta doveva esser stato il suo viso”»