In forma

lunedì 19 Agosto 2013

Ring Lardner, Prima di sposarti ero molto più in forma

 

 

 

 

 

 

 

“Ma cara,” le dico allora, “nessuno può vantasi d’aver vissuto tanto a lungo in mia compagnia!” E lei ribatte: “Buon per loro, nessuno ce l’avrebbe fatta a reggerti per così tanto tempo.” “Beh, tu mi sembri in forma, nonostante tutto…” “Forse,” sospira lei, “ma prima di sposarti ero molto più in forma.”

[Quarta di copertina di: Ring Lardner, Prima di sposarti ero molto più in forma, traduzione di Cecilia Mutti, Fidenza, Mattioli 1885 2012]

Due traduzioni

domenica 16 Maggio 2010

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Ci ho un altro barbiere che viene da Carterville per darmi una mano al sabato ma per il resto della settimana me la cavo bene da solo. Lo vede anche lei che non è mica New York questa qui e poi quasi tutta la gente lavorano dalla mattina alla sera e non ce l’han mica il tempo di venire in negozio a farsi belli. Lei è nuovo di qua, eh? Mi sembrava bene che non l’avevo mai visto in giro. Spero che il posto le piacerà tanto da rimanere. Le dicevo che siam mica a New York o Chicago qui, ma c’è da spassarsela lo stesso anche se non è mica più come una volta da quando hanno ucciso Jim Kendall.

[Ring Lardner, Tagliando i capelli, traduzione di Daniele Benati, Milano, Marcos y Marcos 2006, p. 39]

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C’è un altro barbiere, che viene da Caterville per darmi una mano il sabato, ma gli altri giorni me la cavo benissimo da solo. Lo vede da sé che questa non è New York, e poi la maggior parte dei ragazzi di qui lavorano tutto il giorno e non hanno mica tempo libero per venire a farsi belli.
È nuovo di qui, vero? Già, mi pareva di non averla ancora vista da queste parti. Spero che il posto le piaccia e che si trattenga. Come dico, non siamo a New York o Chicago, ma qui ci si diverte mica male. Non più di tanto, però, da quando hanno ammazzato Jim Kendall.

[Ring Lardner, Piove a Cincinnati, a cura di Alberto Schiavone, Firenze, Barbes 2009, p. 29]

Alibi

sabato 15 Maggio 2010

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Il suo vero nome era Franco S. Farrel, e direi che la S. stava per “scusi”. Perché non faceva mai nulla di buono o di cattivo, in campo o fuori campo, senza domandar scusa. “Alibi Ike” era il nomignolo che gli affibbiò Carey il primo giorno che lui si presentò alla Società giù nel Sud. Naturalmente noi eliminammo l'”Alibi” per paura che lui capisse, e se ne offendesse: in sua presenza lo chiamavamo “Ike” e l’altra parola era sottintesa da tutti, nella Società, fuorché dallo stesso Ike.
Una volta mi domandò:
“Perché mi chiamate Ike? Non sono mica un giudeo”.
“È Carey che ti ha dato questo nome”, dico. “È il nomignolo che adopera per tutti quelli che gli sono simpatici”.
“Deve avere pochi amici, allora”, dice Ike. “Non gli ho mai sentito dire “Ike” a nessun altro”.

[Ring Lardner, Piove a Cincinnati, a cura di Alberto Schiavone, Firenze, Barbes 2009, p. 47]