In televisione
Uno conduceva un programma per bambini in televisione e non faceva altro che ripetere Fatto? Fatto? Fatto? Fatto?
Uno conduceva un programma per bambini in televisione e non faceva altro che ripetere Fatto? Fatto? Fatto? Fatto?
Uno era un ragazzo di San Severo che è morto che era ancora ragazzo. E’ morto per sbaglio. Non doveva morire. Non era il suo tempo, non poteva morire, aveva molte cose da dire ancora, anzi da disegnare. Lui inventava pure i nomi dei colori. Il più bello che aveva inventato era il colore giallo mare.
Martedì 6 giugno,
a Lucera,
nel cortile del palazzo di città,
alle 20,
Repertorio dei matti della città
di Lucera e della Capitanata
Una era una donna che puntualmente alla controra si metteva sul balcone seduta su uno sgabello con accanto una bacinella e si depilava battendo la lametta sul muro. Teneva le gambe ben tese e larghe sulla ringhiera così che chiunque passasse potesse vedere le sue grazie. Cantava Mina.
Una ogni pomeriggio lavava la sua punto bianca nel cortile dell’antico palazzo in cui viveva. Amava ascoltare, quando compiva questa operazione, tutte le canzoni di Laura Pausini. Le cantava a squarciagola spudoratamente e se qualcuno dei condomini tentava di farla smettere lei si metteva a dire le ragioni che le permettevano di fare un po’ come le pareva. Si metteva al centro del cortile con le mani sui fianchi e diceva: “Mio nonno nel 1912 era proprietario di tutte le case vostre, anzi che dico, di tutta piazza San Giacomo, mio nonno salvava le donne dai tedeschi che volevano violentarle, mio nonno era come Zorro”.
Uno era quello che polemizzava sull’inutilità dei social network scrivendo dei lunghissimi post su Facebook.
[Esce il 18 maggio, cliccare sull’immagine per ingrandire]
Uno, era una cosa più forte di lui, non ce la faceva, non sopportava la scritta “Porta allarmata”, non la poteva digerire. Quando andava alle Poste c’era sempre questo cartello su una porta, questo cartello con la scritta “Porta allarmata”. Allora andava dal direttore, che lui lo conosceva il direttore, insomma andava dal direttore e gli ripeteva che non si poteva scrivere Porta allarmata, gli diceva che Porta allarmata significava che la porta era preoccupata, non era possibile che una porta fosse preoccupata. Il direttore ogni volta gli rispondeva che Porta allarmata significava porta con allarme e lo cacciava via. Lui allora se ne andava però, ogni volta, attaccava sulla maniglia della porta un biglietto con la scritta “Maniglia chiavata”.
[Dal Repertorio dei matti della città di Lucera e della Capitanata, questo matto è di Valerio]
C’era uno che faceva colazione bevendo il caffè nelle scatolette di latta della Simmenthal. A chi gli chiedeva perché bevesse il caffè lì dentro lui rispondeva che la mucca raffigurata sulla scatoletta gli ricordava una sua vecchia fidanzata e che così gli sembrava di averla ancora vicina.
[Dal Repertorio dei matti della città di Lucera e della Capitanata, questo matto è di Modestina]
Uno era contento che Foggia nel 2011 aveva vinto una specie di concorso tra le peggiori città d’Italia, un concorso per scegliere proprio la peggiore di tutte le città peggiori. “Prima” diceva “non credevo ai concorsi, credevo che i concorsi erano tutti truccati, che nelle giurie c’erano solo imbroglioni, ora sto meglio, ora mi è tornata la fiducia”.
[Dal Repertorio dei matti della città di Lucera e della Capitanata, questo matto è di Valerio]