Infatti fa così
Rat-Man è un supereroe che, diversamente dagli altri supereroi, non ha superpoteri. Non può volare, non può vedere attraverso i muri, non può sollevare pesi, non può allungare le braccia e le gambe, non più prendere fuoco, non può rendersi invisibile, non può fare niente e infatti fa così, non fa niente. Ha un compagno di avventure che si chiama l’intoccabile Piccettino, e è un orsacchiotto con un bottone al posto di un occhio che deve il suo soprannome a un terribile segreto, una caduta nella tazza del vater, con Rat-Man che, da fuori, gli dice «Oh, no, amico, resisti, ti getto una fune!». Ratman e Piccettino sono creature di Leo Ortolani, un fumettista pisano, parmigiano d’adozione, che viene celebrato a Parma in questi giorni con una mostra che inaugura oggi, 11 gennaio, in occasione dell’uscita del centesimo numero della rivista Rat-Man, uno dei più grandi successi dell’editoria del fumetto italiano di questi ultimi anni. Nella nota biografica che si legge nella quarta di copertina di Leo Ortolani Cuore di Rat-Man, monografia pubblicata da Andrea Plazzi per Coniglio editore nel 2004, si legge che «Ortolani, già nel corso delle scuole elementari, avvia una produzione incredibilmente precoce e prolifica, a cui attingerà costantemente nel corso degli anni». «Cioè io fin da piccolo, – ci ha confermato Ortolani, – rompevo i maroni. Cioè perché fare umorismo, spesso, vuol dire esser terribile. E c’era mia nonna che diceva “Ma basta. Ma perché?”. E non sapeva che io stavo affinando, insomma, la pratica dell’umorismo». Continua a leggere »