Il contagio
Martedì sera, quando sono entrato all’arena Parco Nord, a Bologna, la prima cosa che ho visto è stato un camion con sopra disegnato un maiale e di fianco la scritta «Salumi Ferrarini, via Canneto Nord 656/A, Modena».
E dietro c’era un tendone bianco e verde con su scritto, in rosso: «Piadina con porchetta calda e verdure».
E, più a destra, sempre in rosso: «Panini caldi con wurstel e verdure».
Eran degli anni che non andavo a un concerto.
La prima cosa che ho fatto, dopo aver visto il camion, ho cercato un bagno.
Ne ho trovati due, subito, lì di fianco, con una fila discreta, una decina di persone per bagno; ho scelto la fila che mi è sembrata più corta e mi son messo lì tranquillo a aspettare.
Dopo dieci minuti una ragazza di fianco a me ha detto «Ma ti pare due bagni? Ma mettine cinquanta, di bagni».
Il gruppo che suonava, secondo il mio amico con cui ero, facevan delle canzoni tristissime; lui li ascoltava sempre nei periodi tristi, praticamente li ha ascoltati ininterrottamente da quindici anni, mi ha detto.
Si chiamavano Radiohead.
I bagni eran della ditta Tailorsan (concessionaria di zona: Modena Spurgo srl), e eran quelli che si usavano nei cantieri, che si faceva la pipì al buio.
Quando è cominciato il concerto, dall’alto del posto da dove lo ho visto, dall’altra parte rispetto all’ingresso ce n’erano una marea, di bagni. Continua a leggere »