Un tizio
martedì 15 Marzo 2011
Era un tizio, si chiamava Karamanlis o qualcosa del genere: Karamanz? Karawak? Karacova? Insomma, Karacoso. Comunque sia, un nome per niente banale, un nome che vi diceva qualcosa, che non si dimenticava facilmente.
Avrebbe potuto essere un attrezzista armeno dell’Ecole de Paris, un lottatore bulgaro, un pezzo grosso della Macedonia, insomma un tipo di quei posti là, un Balcanico, uno Yougurtofago, uno Slavofilo, un Turco.
[Georges Perec, Quale motorino con un manubrio cromato giù in fondo al cortile?, tr. di Emanuelle Caillat, Roma, e/o 2004, p. 11]