Piccolo diario

lunedì 31 Gennaio 2011

«Scusi, – chiede un anziano con una sciarpa a rombi che deve avere degli anni, ce l’avevo anch’io quand’ero un ragazzo, poi la ditta che le faceva è fallita, vent’anni fa, – scusi, – chiede, – dove va questo treno?».
«Ad Auschwitz».
«Ecco, – dice lui, – a spese del contribuente. E perché non andate nei gulag?» chiede.
«Perché son più lontani», gli rispondono.
E lui scuote la testa come per dire che non è d’accordo. Che è strano. Perché i gulag, è un dato di fatto, son più lontani.

Pezzo di discorso

mercoledì 17 Febbraio 2010

Il viaggio che abbiam fatto insieme, come tutti i viaggi, ma noi stasera parliamo di quello che abbiam fatto insieme, ha una caratteristica, che continua anche dopo che è finito: in forma di pensieri, dentro le teste di quelli che hanno fatto il viaggio, di memoria, di immaginazione, ho letto recentemente una cosa, che diceva una signora, che diceva che la gente non crede a quello che vede, crede alla sua immaginazione, e questa cosa non mi esce poi mica dalla testa, anche se con questo discorso non c’entra poi niente, in forma di pensieri, dicevo, di memoria, di immaginazione, di relazioni, e la cosa di cui volevo brevemente parlare stasera è un modo in cui questo viaggio continuerà per via di alcune relazioni che si sono instaurate sul treno e sulle corriere e dentro gli alberghi e i campi di concentramento che ci hanno ospitato.

Proverbio (polacco)

giovedì 28 Gennaio 2010

Ho una buona memoria ma breve.