Le vivande cotte

lunedì 16 Luglio 2012

Le vivande cotte e altri commestibili del genere bisogna rappresentarseli quali il cadavere di un pesce, di un uccello o di un porcellino; e il Falerno quale succo d’uva; e la porpora quale peli di pecora bagnati nel sangue di una conchiglia; e il coito quale lo sfregamento d’un budellino e l’emissione d’un po’ di muco accompagnato da uno spasimo.

[Marco Aurelio, Pensieri VIII, 24, cit. in Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, p. 121]

La mia malinconia

sabato 9 Ottobre 2010

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Ma nello stesso tempo, con la pseudonimia, Kierkegaard dà la parola a tutti i personaggi che sono in lui. Oggettiva anche i suoi diversi Io senza riconoscersi in nessuno, come Socrate, con le sue abili domande, oggettiva l’Io dei suoi interlocutori, senza riconoscersi in loro. Kierkegaard scrive: «La mia malinconia ha fatto sì che, per anni interi, non potessi dire “tu” a me stesso. Fra la malinconia e il “tu” si situava tutto un mondo di fantasia. L’ho esaurito in parte nei miei pseudonimi».

[Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica, traduzione di Angelica Taglia, Torino, Einaudi 2005, p. 92]