Egregio signore
Una volta entrò nella cattedrale di Kazan’ vestito da donna, si mise in mezzo alle signore e fece finta di pregare composto, ma la sua fisionomia un po’ da brigante, e la barba nera, che non aveva nascosto con molta cura, attirarono l’attenzione delle vicine, e quando infine il commissario di polizia di quartiere gli si avvicinò dicendo «Egregia signora, pare che voi siate un uomo travestito», lui rispose: «Egregio signore, a me invece pare che voi siate una donna travestita». Il commissario si imbarazzò, e Petraševskij ne approfittò per sparire tra la folla e tornare a casa.
[Pëtr Petrovič Semënov-Tjan-Šanskij, ritratto di Petraševskij, in Un certo Dostoevkskij, a cura di Pavel Fokin, traduzione di Giada Bertoli, Francesca Giordano, Verdiana Neglia e Irene Verzeletti, esce in autunno per Utet]