7 febbraio – Pavia
Mercoledì 7 febbraio,
a Pavia,
al collegio Borromeo,
in piazza del collegio Borromeo, 9,
dalle 11 alle 13
leggo un discorso che si chiama
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Mercoledì 7 febbraio,
a Pavia,
al collegio Borromeo,
in piazza del collegio Borromeo, 9,
dalle 11 alle 13
leggo un discorso che si chiama
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Buongiorno, si sente? Grazie.
Quando andavo nei posti dove non ero mai stato, fino a un paio di anni fa, leggevo quasi dappertutto un piccolo discorso di presentazione che non so perché oggi mi è tornata voglia di leggerlo; anzi, a dir la verità lo so, perché, mi è tornato in mente di leggerlo, mi è tornato in mente di leggerlo perché quando mi capitava di far dei discorsi che dicevo che avevo studiato russo, e in quasi tutti i discorsi che mi capitava di fare lo dicevo, dopo alla fine c’era sempre qualcuno che mi chiedeva «Ma davvero, hai studiato russo?», «Ma come mai hai studiato russo?», allora io di solito rispondevo in anticipo con un pezzetto di un romanzo che ho scritto con un mio conoscente che si chiama Marco Raffaini che ha studiato russo anche lui, non è ancora il discorso, è una introduzione che vale anche come risposta a quella domanda lì «Come mai hai studiato russo?» che è una domanda che di solito un po’ te la fanno, e è un pezzetto che è preso da un romanzo che si intitola Storia della Russia e dell’Italia che è un romanzo epistolare cioè fatto di lettere che si scambiano due che si chiamano uno Mario e uno Learco e vi leggo l’inizio di una lettera che scrive Learco a Mario e che risponde a quella domanda lì come mai hai studiato russo che, per chi studia russo, dev’essere la domanda che gli fanno più spesso, a uno che studia russo, e è un pezzetto che fa così:
Caro Mario,
ero lì che stavo cominciando a scriverti, volevo dirti che non capisco il motivo del tuo pessimismo in un momento che Alvise ci sta risolvendo i problemi forse sottovaluti il target, ti avrei scritto, che a te le storie della Russia di Tano Cariddi di Toto Cutugno forse a te ti sembrano poco interessanti per via che quando facevamo l’università le hai raccontate e sentite raccontare tante di quelle volte, che quando facevamo l’università tutte le volte che andavamo da qualche parte che c’era della gente che non ci conosceva dopo di solito succedeva sempre che a un certo punto una qualche figa, attratta dal nostro magnetismo animale si avvicinava cercava di attaccare bottone E voi, cosa studiate? chiedeva, Studiamo russo, rispondevamo. Russo? diceva lei. Eh, russo. Ma dài, diceva la figa, ma che interessante, oh, chiamava la gente si rivolgeva anche agli altri, loro studiano russo! Russo? si giravano gli altri si fermavano nei loro discorsi, Ma dài, dicevano, Ma che interessante, Ma lo parlate, anche? Ma ci siete stati, in Russia? Ma non c’è freddo? Ma cosa si mangia? Continua a leggere »
Giovedì 26 aprile,
a Pavia,
alle ore 18 e 30
al Salone San Pio
del collegio Ghislieri,
dentro una rassegna che si chiama
Dizionario d’autore,
leggo Il paletot,
discorso sulla lingua scritta e
la lingua parlata.