Noi
Noi, poeti, siamo nudi, si vede tutto, perciò dobbiamo preoccuparci di sembrare decenti.
Anna Achmatova
Oggi, a Villorba, l’ultima presentazione di Vi avverto che vivo per l’ultima volta.
Noi, poeti, siamo nudi, si vede tutto, perciò dobbiamo preoccuparci di sembrare decenti.
Anna Achmatova
Oggi, a Villorba, l’ultima presentazione di Vi avverto che vivo per l’ultima volta.
Venerdì 9 giugno,
a Parma,
alla libreria Diari di bordo,
in borgo Santa Brigida, 9
alle 18,
Strategia della crisi
Quando una persona ti dice «Sono emiliano-romagnola», c’è qualcosa che non torna. Se uno è emiliano-romagnolo, è consapevole del fatto che o è emiliano, o è romagnolo, non è emiliano-romagnolo.
In La banda del formaggio, nel “dizionario delle cose che sento sui treni, e sugli autobus e dentro i telefoni”, che rappresenta una piccola parte dell’eredità che Paride ha lasciato all’amico Ermanno, compare questa definizione: “LIBRO. Nelle grandi occasioni, fare precedere da: è riduttivo chiamarlo”. Che cosa rappresenta, per lei, un libro? Mi riferisco ai libri degli altri e anche a quelli di Nori, quelli scritti e quelli ancora da scrivere.
Mi ricordo, l’ho anche già scritta, questa cosa, del primo libro per grandi che ho letto, Il buio oltre la siepe, di Harper Lee; sono passati quarant’anni e io, di quel momento lì che ho scoperto, in un certo senso, i libri, mi ricordo tutto, mi ricordo la sedia su cui ero seduto, mi ricordo la luce che c’era nell’aria, mi ricordo mia nonna che cantava, in cucina, mi ricordo mio babbo che passava con dei secchi di calce e mi ricordo la meraviglia che veniva dal fatto che, a metter la testa dentro nel libro, il mondo non si oscurava, il mondo diventava più mondo, e questa cosa poi mi è successa con tutti i libri importanti che ho letto nella mia vita e mi sembra che sia una cosa simile a quel che dice Giorgio Agamben in un libro che si chiama Il fuoco e il racconto quando dice che la bellezza non rende visibile l’invisibile, rende visibile il visibile. Continua a leggere »
Venerdì 21 settembre,
a Carpi,
in piazza Garibaldi,
alle ore 17,
13 favole belle e una brutta
Io delle volte mi vien da pensare che il calcio, se fermassero il campionato di calcio, mica tanto, cinque o sei anni, niente più calcio per cinque o sei anni, secondo me poi stiam tutti meglio. Il calcio, quando uno non sa cosa dire, si mette a parlare di calcio. Non era meglio tacere?
[Paolo Nori, Giuliano Della Casa, I libri devono essere magri, Mantova, Trelune 2008, p. 9]
Il 4 e il 5 e il 6 di luglio ero stato al mare, a Viareggio, con la Battaglia. La Battaglia era una bambina che quando l’avevo vista venir fuori, in sala parto, sei anni prima, mi ricordo che avevo pensato Merda, è uguale a me.
[Andrea Bajani, Michela Murgia, Paolo Nori, Giorgio Vasta, Presente (esce i primi di maggio)]
Venerdì 29 aprile,
a Bologna,
alle ore 20,
all’Auditorium dei Laboratori DMS
(Dipartimento di Musica e Spettacolo
dell’Università di Bologna),
in via Azzo Gardino 65/a,
Narratori di Pianura e da Bar
con Gianni Celati, Paolo Nori, Simona Vinci,
Ermanno Cavazzoni, Cristiano Cavina, Eraldo Baldini
un film in due parti di
Francesco Conversano e Nene Grignaffini