mercoledì 13 Ottobre 2010
Non so di preciso come stanno le cose, in generale, ma credo che ogni lettore si costruisca un canone, un empireo, un’hit parade degli scrittori che gli piaccion di più, perlomeno io faccio così, e nella mia personale hit parade degli scrittori italiani al di sotto dei cinquant’anni Ugo Cornia occupa, da tempo, il primo posto, e non credo di essere in questo influenzato dal fatto che siamo amici, anzi. Io non so se succede anche agli altri che scrivon dei libri, ma io, l’invidia, la puntura dell’invidia io la sento non per gli estranei, per gli amici. Se esce, per dire, un libro di Tiziano Scarpa (non che io e Scarpa siam proprio estranei, ma non è che siamo amici), se esce un libro di Tiziano Scarpa e riceve consensi di pubblico e di critica e vince magari anche il premio Strega, io sono contento. Se la stessa cosa succedesse con un libro di Ugo Cornia, io non lo so, come reagirei. Secondo me in pubblico direi che sono molto contento, dentro di me ci resterei malissimo. Continua a leggere »
sabato 25 Settembre 2010
E comunque Giove aveva detto «gli piace il demagogo, si tengano il demagogo, poi che si tengano anche la vita eterna, tra l’altro una panzana come che uno per avere la vita eterna deve prima morire non si era mai sentita», e poi aveva detto che lui aveva deciso che con la città, per un po’, aveva chiuso, per lo meno finché restavano in giro tutti ‘sti cristiani. «Io mi do all’anonimato» aveva detto Giove, «mi trovo uno pseudonimo e vado in giro per la campagna finché non cambia l’aria».
[Ugo Cornia, Operette ipotetiche, cit., p. 67]
martedì 14 Settembre 2010
Ugo Cornia abita Modena come i filosofi greci abitavano Atene, nel senso che Modena è la sua patria, come Atene era la patria ad esempio di Diogene Cinico. E senza Modena non si sa cosa Ugo Cornia avrebbe fatto, se avrebbe mai scritto i suoi tipici e incantevoli libricini; come Diogene, che senza Atene non sarebbe stato un cinico famoso ma solo un barbone. Qui in queste “Operette ipotetiche” Ugo Cornia si mette a fare dei ragionamenti partendo da una più o meno accettabile ipotesi: cosa succederebbe se Dio facesse sparire per un po’ Piazza Grande di Modena; o resuscitasse la mummia di Tutankhamon con tutti i problemi connessi; se il Dio monoteista si fosse affermato sugli antichi dèi politeisti con pestaggi indiscriminati; se Giove e Mercurio esistessero davvero e interferissero col genere umano e con le donne in particolare; se coi progressi della plastica una mucca potesse diventare una signora… Come si vede sarebbe un libricino classico di filosofia, se non fosse tutto fatto di storie comiche e campate per aria, che però danno da pensare filosoficamente.
[Ugo Cornia, Operette ipotetiche, Macerata, Quodlibet 2010, 120 pp., 12 euro, l’esempio è qui]