domenica 1 Gennaio 2017

Alla nostra cittadina si addice di più il buio. Quel tempo in cui sono accese le vetrine di tutte le botteghe e dei negozi, quando si cominciano a tirar giù le serrande, quando la gente che lavora nei negozi in qualche modo diventa più bella perché davanti a sé ha libera la sera e una parte della notte. In ogni commesso e commessa ho visto come vendono, ma i loro occhi già si spostano lentamente verso l’orologio e sorridono alle lancette che gli dicono, ancora un momento e basta lavoro, soltanto un momentino.
[Bohumil Hrabal, Illuminazione pubblica, traduzione di Francesco Brignole, in Opere scelte, Milano, Mondadori 2014, p. 1261]
mercoledì 14 Maggio 2014

In una pozzanghera vedo l’oceano, quanto nuoto in mare mi macero nella nostalgia del laghetto del bosco di Kopidlno, in un mucchio di sabbia vedo alte montagne, quanto ero sullo Jungfrau avevo nostalgia del Poggio di Senice. Per questo preferisco stare in casa, dove ho nostalgia dell’osteria, e in osteria invece penso a com’è bello stare a casa e sognare di andare in osteria, dove ho nostalgia della mia bella casa. Sempre più mi piace stare dove non sono.
[Bohumil Hrabal, Quadernetto dell’attenzione che non distingue, traduzione di Francesco Brignole, in Opere scelte, Milano, Mondadori 2014, a cura di Sergio Corduas e Annalisa Cosentino, p. 1303]
domenica 11 Maggio 2014

A volte quando mi alzo, quando mi desto dal sopore, mi fa male l’intera stanza, tutta la mia camera, mi fa male guardare dalla finestra, i bambini vanno a scuola, la gente va a fare la spesa, sanno tutti dove andare, solo io non so proprio dove andare, intontito mi vesto, barcollo, saltello su una gamba dei pantaloni mentre me li infilo, e vado a farmi la barba col rasoio elettrico, da quanti anni ormai, mentre mi rado, non mi guardo allo specchio, mi rado al buio o dietro l’angolo, sto seduto su una sedia nel corridoio e la spina è nel bagno, ormai mi guardo malvolentieri.
[Bohumil Hrabal, Il flauto magico, in Opere scelte, Milano, Mondadori 2014, a cura di Sergio Corduas e Annalisa Cosentino, p. 1381]