Quando ti cadono le cose di mano

mercoledì 2 Gennaio 2019

Opera n. 72
E’ tutto il giorno che mi cadono delle cose di mano, fortuna che non sono mai di vetro. Anche prima, ero lì che pensavo a mio figlio e m’è caduto una matita. Per fortuna non era niente di vetro. Poteva essere l’orologio, anche se l’orologio delle volte può cadere sul cinturino. Io comunque di figli non ne ho. Ma pensavo: se avessi un figlio e fossi separato da mia moglie, che rapporto avrei con questo figlio? Sarei invidioso perché lui ha ancora l’affetto di una donna che io non ho più? Quando una fidanzata, o una moglie, ci lascia, vorremmo essere tutte le persone che hanno ancora a che fare con lei. Vorremmo essere loro anche se le disprezziamo. Casomai prima non le volevamo neanche vedere e adesso invece vorremmo sempre stare in loro compagnia perché è un po’ come stare in compagnia della donna che ci ha lasciato. Di lei naturalmente non si parla, ma la sua presenza è costantemente nell’aria. Sarebbe così anche con il figlio? Si starebbe in compagnia del figlio pensando a sua madre? Si farebbero domande indiscrete per sapere se frequenta qualcuno, mettendo in molto imbarazzo il figlio? Chi lo sa? Mio figlio, se avesse un figlio, io sarei suo nonno.

Magari è bravissimo

giovedì 21 Giugno 2018

Ho sentito per radio la pubblicità di una banca, banca Mediolanum, fatta dall’amministratore delegato di quella banca, che, se non sbaglio, è il figlio dell’amministratore delegato precedente, che credo che fosse anche il fondatore, di quella banca, e quando ho capito chi era quello lì che parlava mi è venuta in mente l’opera n. 138 delle opere complete di Learco Pignagnoli, quella che fa così:

Opera n. 138
I figli dei notai che diventano notai, degli attori che diventano attori, dei musicisti che diventano musicisti, dei giornalisti che diventano giornalisti, degli industriali che diventano industriali, dei dottori che diventano dottori, degli architetti che diventano architetti, degli avvocati che diventano avvocati, degli ingegneri che diventano ingegneri. Ma andatevela a prendere nel culo.

Era molto prima, del MoVimento 5 stelle, mi vien da dire, non so perché. E niente. Magari è bravissimo, quello lì.

Fortuna che non era niente di vetro

martedì 2 Gennaio 2018

E’ tutto il giorno che mi cadono delle cose di mano, fortuna che non sono mai di vetro. Anche prima, ero lì che pensavo a mio figlio e m’è caduto una matita. Per fortuna non era niente di vetro. Poteva essere l’orologio, anche se l’orologio delle volte può cadere sul cinturino. Io comunque di figli non ne ho. Ma pensavo: se avessi un figlio e fossi separato da mia moglie, che rapporto avrei con questo figlio? Sarei invidioso perché lui ha ancora l’affetto di una donna che io non ho più? Quando una fidanzata, o una moglie, ci lascia, vorremmo essere tutte le persone che hanno ancora a che fare con lei. Vorremmo essere loro anche se le disprezziamo. Casomai prima non le volevamo neanche vedere e adesso invece vorremmo sempre stare in loro compagnia perché è un po’ come stare in compagnia della donna che ci ha lasciato. Di lei naturalmente non si parla, ma la sua presenza è costantemente nell’aria. Sarebbe così anche con il figlio? Si starebbe in compagnia del figlio pensando a sua madre? Si farebbero domande indiscrete per sapere se frequenta qualcuno, mettendo in molto imbarazzo il figlio? Chi lo sa? Mio figlio, se avesse un figlio, io sarei suo nonno.

[Daniele Benati, Opere complete di Learco Pignagnoli, opera n. 72]

280

lunedì 11 Settembre 2017

Opera numero 280

L’11 settembre del 2001 è un giorno che non mi scorderò mai più. Ho preso una multa di 650 mila lire.

Opera numero 4

domenica 12 Febbraio 2017

pignagnoli

Una sera mio zio Gaetano è tornato a casa dal bar di Marmirolo alle due di notte e ha acceso la televisione per vedere se davano qualcosa d’interessante. Gli piacevano i programmi con le donne che ballano, ma quella sera non c’era niente del genere e ha continuato a cambiar canale finché non ha trovato la scena di un film dove stavano per fucilare qualcuno. Allora ha aspettato che lo fucilassero, poi ha spento la televisione e è andato a letto.

C’è da spararsi

venerdì 28 Ottobre 2016

Ieri, alla terza lezione della scuola elementare di scrittura emiliana e letteratura russa, si è parlato dell’uomo ideale e della donna ideale e a me son venute in mente le opere numero 202, 203 e 204 delle Opere complete di Learco Pignagnoli, quelle che fanno così:

Opera n. 202
Ognuno di noi, nella città dove è nato, ha avuto due o tre morose. Alcuni ne hanno avute dieci o quindici, ma altri solo una o due. E dunque, facendo una media, si può dire che ognuno di noi ha avuto due o tre morose, oppure quattro o cinque, facendo i conti attentamente. Il che vuol dire che se uno fosse nato in un’altra città avrebbe avuto quattro o cinque morose in quest’altra città. Ce le avrebbe avute dappertutto, in qualunque città. In qualche città ne avrebbe avute tre e in qualcun’altra cinque, non importa. Quello he importa è che tutte queste morose, tutte queste donne, esistono. Non sono mai state sue morose, anzi tutte queste donne hanno avuto altri morosi, e di lui, di questo qua che sarebbe stato il loro moroso se fosse nato nella loro città, non sanno niente, non sanno neanche che esiste. E invece c’è. Così come ci sono loro per lui. Se uno fosse nato a Catania invece che a Trento, avrebbe avuto una morosa di Catania – c’è esiste, è lì in carne e ossa e c’è. Lui non sa chi è e non potrà mai saperlo, ma c’è. Così come la donna di Catania non potrà mai sapere che il suo moroso sarebbe stato lui, se questo lui fosse stato dato il privilegio di nascere in quella città, ossia Catania.

Opera n. 203
E così, di questo passo, noi possiamo dire di avere avuto quattro o cinque morose in ogni città d’Italia. Non solo, se il ragionamento regge, possiamo dire di avere quattro o cinque morose anche in ogni città d’Europa. E se rete questo, allora di averle avute anche in ogni città del mondo, compresa New York. Cioè uno, potenzialmente, potrebbe vantarsi di aver avuto delle morose in ogni città del mondo, se solo ci fosse stato. Invece s’è tirato delle seghe e basta.

Opera n. 204
Perché infatti, qual è il problema di questo ragionamento? Il problema è quando uno, nella sua città natale, di morose non he ha avute neanche una e s’è tirato delle seghe e basta. Cosa succede allora? Deve pensare che in qualunque altra città non ne avrebbe avuta neanche una dall’inizio dei tempi, di tutta l’eternità? C’è da spararsi. Però, a ben guardare, se non ne ha avuta neanche una nella sua città natale, è difficile che avrebbe potuto averne una nella città vicina. Questo può sembrare triste.

72

venerdì 7 Ottobre 2016

pignagnoli

Opera n. 72
E’ tutto il giorno che mi cadono delle cose di mano, fortuna che non sono mai di vetro. Anche prima, ero lì che pensavo a mio figlio e m’è caduto una matita. Per fortuna non era niente di vetro. Poteva essere l’orologio, anche se l’orologio delle volte può cadere sul cinturino. Io comunque di figli non ne ho. Ma pensavo: se avessi un figlio e fossi separato da mia moglie, che rapporto avrei con questo figlio? Sarei invidioso perché lui ha ancora l’affetto di una donna che io non ho più? Quando una fidanzata, o una moglie, ci lascia, vorremmo essere tutte le persone che hanno ancora a che fare con lei. Vorremmo essere loro anche se le disprezziamo. Casomai prima non le volevamo neanche vedere e adesso invece vorremmo sempre stare in loro compagnia perché è un po’ come stare in compagnia della donna che ci ha lasciato. Di lei naturalmente non si parla, ma la sua presenza è costantemente nell’aria. Sarebbe così anche con il figlio? Si starebbe in compagnia del figlio pensando a sua madre? Si farebbero domande indiscrete per sapere se frequenta qualcuno, mettendo in molto imbarazzo il figlio? Chi lo sa? Mio figlio, se avesse un figlio, io sarei suo nonno.

Stamattina

domenica 9 Agosto 2015

Mi sembra che i francesi, ogni tanto, tronchino le parole, invece di scrivere impeccabile scrivono impec, invece di scrivere petit dejeuner scrivono p’ti dej, se non mi sbaglio, che è una cosa che noi, abbiamo una relazione con la lingua scritta che non ci azzardiamo, a farlo, pensavo stamattina, e dopo pensavo a quello che pensava Pignagnoli dei matrimoni dei membri delle famiglie reali o dei personaggi del jet set, lo andavo a cercare, non era dei matrimoni, era dei funerali, era l’opera numero 106 e diceva così:
Opera n. 106
Io quando muoiono i membri di una famiglia reale o qualche personaggio del jet set me ne scagazzo.

Opera numero 13

lunedì 3 Novembre 2014

pignagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Opera numero 13
Tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana. E poi anche te sei un po’ strano.

163

lunedì 10 Dicembre 2012

Opera n. 163

Chi ha scritto che l’Odissea non l’ha scritta Omero è stato lui a scriverlo.

[Daniele Benati, Opere complete di Learco Pignagnoli, Reggio Emilia, Aliberti 2006, p. 70]