martedì 4 Settembre 2018
Mia nonna, che aveva il diabete, che lei chiamava «la diabete», non poteva mangiare i farinacei, che lei chiamava «i farinacci», e adesso, sto traducendo un passo dove c’è un’uniforme color rossiccio-farinaceo, stavo traducendo rossiccio-farinaccio.
giovedì 4 Novembre 2010
C’è tutto un sentimento difensivo. Anche quando sei lì, che ti metti le calze. E ti vien da pensare a Oblomov, che lui, le calze, era fiero del fatto che non se le era mai messe nella sua vita. Gilele metteva Zachar, il suo servo. Faceva una fatica. A me le metteva mia nonna, quand’ero piccolo. Tutte le calze che mi ha messo mia nonna. Io delle volte le metto alla bambina di sei anni, e in quei momenti lì delle volte mi sento mia nonna, un po’. Che però era proprio fatta in un’altra maniera, mi viene da dire. Per esempio aveva la permanente. Tra le altre cose.
lunedì 8 Febbraio 2010
C’è del lavoro, in bottega.