Su Libero
Qualche settimana fa, il responsabile delle pagine culturali di Libero, Francesco Borgonovo, mi ha scritto che gli sarebbe piaciuto che scrivessi qualcosa per loro. Mi diceva di sapere che non condividevo il taglio politico del giornale, ma, se avessi voluto provare a collaborare con qualche recensione, avrei verificato che sarei stato perfettamente libero di scrivere quello che volevo. Gli avevo risposto che aveva ragione, che non condividevo il taglio politico del giornale, ma che credevo che ognuno fosse responsabile di quello che fa, nel caso specifico di quello che scrive, e che quindi lo ringraziavo e che avrei provato a fare qualcosa. E mi ha chiesto di recensire il nuovo romanzo di Ammaniti e l’ho fatto. Adesso, al di là di quella recensione, che sembra abbia un po’ stupefatto qualcuno, per via che è abbastanza simile a una recensione a Colpi al cuore di Kari Hotakainen che era uscita tre anni fa sul manifesto, e questo era, in un certo senso, previsto e mi piace, vedo che qualcuno è, non so come dire, scandalizzato?, dal fatto che io collaboro con Libero. In particolare mi colpisce, per via che lo conosco, Andrea Cortellessa, che scrive, su Nazione indiana «restando in attesa, dio voglia!, che qualcuno smentisca la circostanza di una sua [cioè mia] collaborazione a “LIbero”».
Cortellessa, evidentemente, non la pensa come me; vale a dire che Cortellessa crede, evidentemente, che ognuno sia responsabile non solo di quello che scrive, ma anche delle opinioni di chi dirige il giornale, in cui scrive, o della proprietà, forse, e quindi mi vien da dire che Cortellessa condivide le opinioni della direzione (o della proprietà) della Stampa, che è un quotidiano con il quale collabora da tempo. Se si applicasse questa regola anche al passato, verrebbe da dire che Pasolini condivideva le opinioni della direzione, o della proprietà, del Corriere della Sera, che Piergiorgio Bellocchio condivideva le opinioni della proprietà, o della direzione del Corriere della Sera anche lui e anche di quelle (direzione e proprietà) di Panorama, che Giorgio Manganelli condivideva le opinioni delle direzioni e delle proprietà del Messaggero, della Stampa, del Mondo, del Corriere della Sera, dell’Europeo, dell’Espresso, della Gazzetta di Parma e di vari altri direttori e proprietari di quotidiani, mensili e settimanali. E niente. Buongiorno.