sabato 17 Gennaio 2015
In tutto ciò vediamo un chiarissimo segno del fatto che noi riceviamo la nostra religione solo alla nostra maniera e con i mezzi di cui disponiamo, in modo non diverso da come gli altri ricevono la loro. Ci siamo ritrovati a nascere in un paese dov’era in uso, e così rispettiamo la sua antichità, o l’autorità degli uomini che l’hanno tenuta in vita, oppure siamo intimoriti dalle minacce che essa brandisce contro i miscredenti, oppure ci affidiamo alle sue promesse. Tali considerazioni devono suffragare il credo, ma soltanto come argomenti accessori. Sono vincoli umani. Un’altra regione, altre testimonianze, promesse e minacce analoghe potrebbero allo stesso modo instillare in noi un credo contrario. Si è cristiani come si è perigordini o tedeschi.
/…/ Che verità è mai quella che non va oltre queste montagne ed è menzogna per quelli che vivono dall’altra parte?
[Montaigne, Apologia di Raymond Sebond, citato in Antoine Compagnon, Un’estate con Montaigne, traduzione di Giuseppe Girimonti Greco e Lorenza Di Lella, Milano, Adelphi 2014, pp. 93-94]
domenica 11 Gennaio 2015
Le ragioni dei disordini che turbano il mondo sono perlopiù di natura grammaticale.
[Montaigne, Apologia di Raymond Sebond, citato in Antoine Compagnon, Un’estate con Montaigne, traduzione di Giuseppe Girimonti Greco e Lorenza Di Lella, Milano, Adelphi 2014, p. 28]
domenica 11 Gennaio 2015
Mi piacciono la pioggia e il fango, come alle anatre.
[Montaigne, Saggi **, a cura di Fausta Garavini, Milano, Adelphi 2005 (5), p. 1171]
lunedì 22 Dicembre 2014
Chi non ha godimento se non nel godimento, chi non vince che col massimo dei punti, chi non ama la caccia che nella presa, non gli si addice la nostra scuola. Più passi e gradini vi sono, più altezza e onore si trova nell’ultimo seggio. Dovremmo compiacerci di esservi condotti, come si fa nei palazzi magnifici, per diversi portici e corridoi, per lunghe ed eleganti gallerie, e dopo parecchi giri.
[Montaigne, Saggi **, a cura di Fausta Garavini, Milano, Adelphi 2005 (5), p. 1171]
domenica 15 Giugno 2014
Ci sono pochi uomini che oserebbero palesare le segrete richieste che fanno a Dio. Ecco perché i pitagorici volevano che tali richieste fossero pubbliche e che tutti le udissero, affinché non si richiedessero a Dio cose indecenti e ingiuste.
[Montaigne, Saggi *, a cura di Fausta Garavini, Milano, Adelphi 2005 (5), p. 419]
sabato 17 Dicembre 2011
Nesssuno è esente dal dire sciocchezze. Il male è dirle con pretensione.
[Montaigne, Saggi, cit., vol II, pag. 1047]