domenica 7 Giugno 2020
Da noi si scrive tutti come stranieri, troppo correttamente, troppo perfettamente. Nell’antica Atene una venditrice riconobbe uno straniero solo dal fatto che parlava troppo correttamente.
[Jurij Tynjanov, Kjuchlja, traduzione di Agnese Accattoli, Pesaro, Metauro 2004, p. 44 (immagine di Georgij Verejskij)]
mercoledì 28 Giugno 2017
– Anch’io ci ho già pensato, fratello, – disse piano. – Oh, come lo capisco. Da noi si scrive tutti come stranieri, troppo correttamente, troppo perfettamente. Nell’antica Atene una venditrice riconobbe uno straniero solo dal fatto che parlava troppo correttamente. Ho capito tutto! – gridò e scattò su. – Adesso so come scrivere la mia tragedia!
– Stai scrivendo una tragedia? – chiese Griboedov.
[Jurij Tynjanov, Kjuchlja, traduzione di Agnese Accattoli, Pesaro, Metauro 2004, p. 44]
venerdì 23 Giugno 2017
Il liceo era un’istituzione lassista, a tal punto che non vi si davano frustate e non vi si tenevano addestramenti.
– Les Lycenciés sont licencieux, – diceva il gran principe Michel con una battuta, non sua, che li riguardava.
Ma anche il liceo presto sentì su di sé ciò che sentivano tutti.
Una volta lo zar fece chiamare Engel’gardt e gli chiese, benevolmente, del resto:
– Avete qualcuno intenzionato a fare il servizio militare?
Engel’gardt pensò. Di intenzionati ce n’erano così pochi che, per l’esattezza, non ce n’erano affatto. Ma dare quella risposta allo zar, che dalla mattina alla sera non faceva che occuparsi di addestramento alle truppe e di misteriose riflessioni sulle modifiche alla divisa militare, dargli quella risposta non era così facile.
Engel’gardt corrugò la fronte e disse:
– Non più di una decina di persone, maestà, lo desiderano.
[Jurij Tynjanov, Kjuchlja, traduzione di Agnese Accattoli, Pesaro, Metauro 2004, p. 44]