30 marzo – Formigine
Sabato, 30 marzo,
a Formigine,
in Biblioteca,
in via S. Antonio, 4
alle 17,
Memorie di un pazzo,
di Nikolaj Gogol’
Sabato, 30 marzo,
a Formigine,
in Biblioteca,
in via S. Antonio, 4
alle 17,
Memorie di un pazzo,
di Nikolaj Gogol’
La giornata odierna è una giornata di enorme trionfo! In Spagna c’è un re. È stato trovato. Questo re sono io. L’ho saputo io stesso solo oggi. Confesso che è stato come se un fulmine mi illuminasse d’un tratto. Non capisco come è stato possibile che io pensassi e mi immaginassi di essere un consigliere titolare. Come è potuto entrare nella mia te- sta un pensiero così strampalato? È una fortuna che nessuno abbia pensato di mettermi in manicomio. Adesso, di fronte a me, è tutto chiaro. Adesso vedo tutto come nel palmo della mano. Ma prima, non capisco, prima, di fronte a me, tutto era come avvolto da una qualche nebbia. E tutto questo succede, credo, perché la gente si immagina che il cervello si trovi nella testa; no ve’: lo porta il vento dalle parti del mar Caspio. Prima di tutto ho an- nunciato a Mavra chi sono. Quando ha sentito che di fronte a lei c’era il re di Spagna, ha lanciato in aria le braccia, ha battuto le mani e per poco non è morta di paura. Lei, stupida, non aveva ancora mai visto un re di Spagna. Io, però, mi sono sforzato di tranquillizzarla e con parole benevole mi sono sforzato di convincerla del mio favore e del fatto che non ero per niente arrabbiato per via del fatto che lei, delle volte, mi pulisce male gli stivali. Del resto, è popolaccio. Non si può, con loro, parlare di materie elevate. Lei si era spaventata perché era con- vinta che tutti i re di Spagna fossero simili a Filippo
II. Ma io le ho spiegato per bene che tra me e Filippo non c’è nessuna somiglianza.
[Oggi pomeriggio, a Formigine, Memorie di un pazzo di Nikolaj Gogol’]
Ho scoperto che la Cina e la Spagna sono la stessa identica terra, e solo per ignoranza vengono considerate due stati differenti. Consiglio a tutti di scrivere, apposta, su un foglio: “Spagna”, e verrà fuori: “Cina”. Ma io, però, sono straordinariamente amareggiato da un evento che deve succedere domani. Do- mani alle sette si compirà uno strano fenomeno: la terra si poserà sulla luna. Ne scrive il celebre chimico inglese Wellington. Confesso di aver provato un’agitazione di cuore, quando mi sono immaginato la straordinaria fragilità e la scarsa resistenza della luna. La luna di solito, la fanno ad Amburgo, infatti; e la fanno malissimo. Mi meraviglio che l’Inghilterra non faccia caso a questa cosa. La fa un bottaio zoppo, e si vede che è un asino, e non ha nessuna idea di cosa sia la luna. Ci ha messo una fune incatramata e una parte di olio vegetale. E così per tutta la terra che una puzza orribile, tanto orribile che bisogna tapparsi il naso. E è per quello che la luna è un globo così molle che la gente non ci può abitare, per niente, e lì adesso ci abitano solo i nasi. E è proprio per quello che non riusciamo a vederci i nostri nasi, perché i nasi son sulla luna. E quando mi sono figurato la terra come sostanza pesante che perciò, posandosi, avrebbe potuto ridurre in polvere i nostri nasi, mi ha preso un’inquietudine tale che, messe le calze e le scarpe, mi sono affrettato nella sala del consiglio di stato per ordinare alla polizia di non permettere alla terra di posarsi sulla luna. I cappuccini rasati che ho trovato in gran quantità nella sala del consiglio di stato, erano della gente molto intelligente, e quando ho detto: “Signori, salviamo la luna, per- ché la terra ci si vuol posare sopra” si sono precipitati tutti a esaudire il mio desiderio di monarca, e molti si sono ar- rampicati su per il muro per afferrare la luna; ma in quel momento è sbucato fuori il gran cancelliere. Vedendolo, si son tutti dispersi. Io, come re, son rima- sto solo. Ma il cancelliere, con mio grande stupore, mi ha picchiato col bastone e mi ha cacciato nella mia stanza. Tanto grande è il potere, in Spagna, delle usanze nazionali!
[Nikolaj Gogol’, Memorie di un pazzo, in Tre matti (la cosa che leggo domani a Milano, al Paolo Pini)]
Mercoledì 10 giugno,
a Novara,
al Piccolo Coccia,
in Piazza Martiri 2,
alle 18 e 30
lettura integrale di
Memorie di un pazzo
di Gogol’
Quando devo andare in un posto di solito arrivo con mezz’ora d’anticipo, quando, come stasera, ho l’impressione di essere in ritardo, arrivo con un quarto d’ora d’anticipo, per arrivare puntuale dovrei stare malissimo, credo, sarebbe una sofferenza che la mia soglia del dolore non è attrezzata, per sopportare una cosa del genere, credo.
Dopo stasera, che ho letto Tolstoj, le Memorie di un pazzo, dal libro Tre matti, dopo che ho letto alla fine una signora è venuta dritta da me mi ha detto che lei ha appena letto Bassotuba non c’è che non le è piaciuto «Ma lei, – mi ha chiesto, – perché scrive così?».
I proprietari terrieri di Kursk scrivono bene.
[Nikolaj Gogol’, Memorie di un pazzo, in lavorazione]
43 d’Aprile del 2000
La giornata odierna, – è giorno di grandissimo trionfo! In Spagna c’è il re. Lo si è trovato. Questo re sono io. L’ho appunto saputo soltanto oggi. E lo confesso, è stato come se un fulmine m’avesse illuminato tutt’a un tratto. Non capisco come io abbia potuto pensare e immaginarmi di essere un consigliere titolare.
[Nikolaj Gogol’, Le memore di un pazzo, in Opere, traduzione di Igor Sibaldi, Milano, Mondadori 19994, volume primo, p. 820]