giovedì 18 Giugno 2020
Il giorno che esce un mio romanzo mi ricordo sempre Maurizio Salabelle, che quando è uscito il suo primo romanzo ha fatto per andare in libreria ma gli sembrava che tutti quelli che incrociava, per strada, pensassero Guarda, quello ha proprio la faccia di uno che va in libreria perché oggi esce il suo romanzo.
lunedì 11 Gennaio 2010

Maurizio Salabelle ha scritto alcuni libri che oggi mi sembrano ancora più solitari e abbandonati. Ha incominciato a pubblicare da Bollati Boringhieri, quando ancora c’ era Giulio Bollati; poi ha dovuto via via cambiare editori, avendo difficoltà nel trovarne. Io dico che ha fatto onore alla lingua italiana, senza molto rumore di critica. E’ un male? Forse no. Stavo per dire: mi piacerebbe fosse più letto. Ma ci sono opere che hanno una loro natura discreta ed è meglio se continuano a vivere nella discrezione. Gli ultimi suoi libri si trovano ancora (L’ altro inquilino, Casagrande 2002, e Il caso del contabile, Garzanti 1999); chi li legge direi che ne può avere un beneficio; e fa parte della loro attrattiva sentire che non sono adatti allo strombettamento mediatico. Né d’ altronde Salabelle era un grande promotore di sé. Mi ricordo che quando fu pubblicato il suo primo libro (Un assistente inaffidabile, Bollati Boringhieri 1992) non voleva più uscire di casa per la vergogna; poi per un pezzo evitò di passare nei pressi della libreria di Pistoia che lo esponeva; faceva larghe diversioni dalla vetrina. Diceva che non avrebbe saputo che faccia fare passandoci accanto. Ma anche in questi percorsi semicircolari allargati il problema della faccia restava, perché sentiva che in ogni caso gli sorgeva la faccia inevitabile dello scrittore, ad esempio dello scrittore che svicola e fa vie traverse, quindi se la aggiustava la faccia, ma mi diceva che anche in vie fuori mano e solitarie gli veniva ad esempio la faccia dello scrittore che evita la mondanità e la compiacenza, e allora arrossiva in cuor suo anche là in periferia. Diceva che non era questione di testimoni, ma proprio di darsi una faccia, e che non ne aveva una neutra che non significasse in qualche modo il libro pubblicato ed esposto. Continua a leggere »