Su una cosiddetta Freccia Bianca

sabato 20 Luglio 2013

Un mattino della scorsa settimana, tornando da Rimini su una cosiddetta Freccia Bianca, davanti a me, nella carrozza 3, al posto 5, io ero al posto 4, ho trovato seduto un signore, in un completo beige un po’ stropicciato, e questo signore o era un sosia del filosofo Massimo Cacciari, o era il filosofo Massimo Cacciari.
E a me, che non conosco personalmente il filosofo Massimo Cacciari, è venuto l’impulso non solo di salutarlo, di cominciare una conversazione, con lui.
«Cosa potrei dirgli?», mi sono chiesto, e mi sono risposto che, data la mia insipienza in materia di filosofia, e data la mia ingenuità e la mia grossolanità in materia di politica, l’unica cosa che avrei potuto dire del filosofo Massimo Cacciari è che c’era un mio amico, che chiameremo convenzionalmente Ercole Bazzani, che di filosofia invece lui un po’ se ne occupava e che, se c’era un filosofo, tra i viventi, che non poteva vedere, era il filosofo Massimo Cacciari. Gli faceva proprio venire il nervoso; io mi ricordo di avere assistito più di una volta a delle invettive dello pseudo Ercole Bazzani nei confronti del filosofo Massimo Cacciari anche se, data la mia insipienza in materia di filosofia, non saprei in alcun modo indicare neanche approssimativamente un  motivo scatenante del rancore che lega lo pseudo Ercole Bazzani al filosofo Massimo Cacciari.
“Quindi, – mi ricordo di avere pensato su quella cosiddetta Freccia Bianca,  – l’unica cosa che potrei forse dire al filosofo Massimo Cacciari è la seguente: «Lei è il filosofo Massimo Cacciari?». E se lui mi rispondesse di sì potrei dirgli, anche: «Ah, ecco. Mi sembrava. E, a proposito, lo sa che c’è un mio conoscente, che chiameremo convenzionalmente Ercole Bazzani, che si intende un po’ di filosofia e che se c’è un filosofo, tra i viventi, che non può vedere, è lei? Lei gli fa proprio venire il nervoso, allo pseudo Ercole Bazzani, Mi ricordo di avere assistito più di una volta a delle invettive, dello pseudo Ercole Bazzani, nei suoi confronti, come mai? – avevo pensato che avrei potuto chiedere al filosofo Massimo Cacciari – Gli ha fatto qualcosa?»”.
Solo che poi, su quella cosiddetta Freccia Bianca, mi ero detto che non era un grande argomento di conversazione, lo pseudo Ercole Bazzani, con il filosofo Massimo Cacciari. Probabilmente non si conoscevan neanche.
Allora non gli avevo detto niente, su quella cosiddetta Freccia Bianca, al filosofo Massimo Cacciari. Che poi probabilmente non era neanche lui.
E dopo ero arrivato a Bologna, ero andato in centro, in via Ugo Bassi, e avevo visto, sulla vetrina di un negozio del centro di Bologna, in via Ugo Bassi, questo cartello: «Scarpe: euro 35. Ciabatte: euro 40».
E avevo pensato “Quanto costeranno, qua dentro, degli stivali? Euro 20? Euro 25?”.
«Questa forse sì, – mi ero detto, – sarebbe stata una bella domanda per il filosofo Massimo Cacciari. Che però poi probabilmente non era neanche lui. E se non era lui, – avevo pensato, – se era, mettiamo, un professore di applicazioni tecniche, cosa avrebbe potuto pensare, di me? Eh?».

[dovrebbe essere uscito ieri su Libero]