Come dei piccoli uomini ragno
Non saprei il motivo, ma d’estate mi succede più spesso che d’inverno di legger dei gialli; qualche estate fa, per esempio, mi avevano chiamato da Radio 3 e mi avevano chiesto cosa stavo leggendo e io, siccome stavo leggendo i romanzi di Luciano Marrocu, che scrive dei gialli, avevo risposto che stavo leggendo i gialli di Luciano Marrocu e che anche se io, di solito, non leggevo gialli, quelli di Marrocu mi piacevano perché avevano dentro una malinconia che mi incantava.
Il conduttore radiofonico, evidentemente, era stato colpito dal fatto che a me non piacevano i gialli e mi aveva detto «Lei preferisce i noir, probabilmente».
Come se la scelta, per uno che leggeva dei libri, fosse tra gialli e noir, come in quella scena dei Blues Brothers dove John Belushi e Dan Aykroyd chiedono al gestore di un locale dove devono suonare che, non se l’aspettavano, è vestito da cow-boy «Ma che tipo di musica fate, qua?», e lui risponde «Tutti i tipi, sia country che western».
Sono passati, da quell’estate, e da quella domanda, un po’ di anni e, non saprei dire perché, ma adesso mi succede più spesso di allora, di legger dei gialli, o dei noir, non so distinguerli ancora molto bene, e quest’estate ho letto, tra gli altri, I racconti del Maresciallo, di Mario Soldati (da poco ristampati nei Best seller Mondadori insieme a I nuovi racconti del Maresciallo in un volume intitolato Tutti i racconti del Maresciallo) e il romanzo di Maurizio De Giovanni In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi, appena uscito per Einaudi stile libero.
Sono due libri che, anche se diversissimi tra di loro, uno è una raccolta di racconti, l’altro è un romanzo, uno è del 1967, l’altro è del 2014, uno è ambientato nel nord Italia negli anni ’60, l’altro a Napoli negli anni ’30, sono due libri che hanno, per uno come me che non ne sa tanto, di gialli (o di noir), dei sorprendenti tratti in comune. Continua a leggere »