Tempi radiofonici

giovedì 19 Settembre 2019

E stanotte mi son ricordato, di Massimo Bordin, le conversazioni che faceva con Marco Pannella, a Radio Radicale, la domenica, che duravan due ore, e la volta che Bordin gli ha detto «Bisogna che acceleriamo un po’ perché mancano solo quaranta minuti».

Andiamo avanti

venerdì 20 Maggio 2016

Tu sei un rivoluzionario. Io amo invece gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari anfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione. Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”. Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie. Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti. Ma non è questa l’occasione buona per spiegare ai tuoi lettori cosa sia il Partito Radicale; andiamo avanti.

[Marco Pannella, Prefazione, in Andrea Valcarenghi, Underground a pugno chiuso!, Roma, Arcana editrice, 1973, il testo completo si trova qui: Clic]

Non l’avrei mai detto

giovedì 19 Maggio 2016

Secondo me Marco Pannella è la persona che ho sentito parlare di più nella mia vita (quando lavoro ascolto spesso Radio Radicale, anche adesso). Ultimamente, negli ultimi quindici anni, più o meno, non lo capivo quasi più, e è per quello che non l’avrei mai detto, che avrei fatto fatica a non piangere, invece. Mi dispiace tanto.