Alle 9 e 50
Oggi, alle 9 e 50, all’edicola del Pontelungo, quartiere periferico di Bologna, avevano venduto una copia del manifesto.
Oggi, alle 9 e 50, all’edicola del Pontelungo, quartiere periferico di Bologna, avevano venduto una copia del manifesto.
Stamattina, a 50 euro, esce sul manifesto, insieme a tante altre cose, questa cosa qua (è un po’ lunga).
Previsioni per il 2009
Mi trovo qua, nella mia cucina, abitabile, a pensare che come sarà il 2009, io, a dir la verità, non lo so.
Come sarà? Boh. Non lo so.
Proviamo a far delle ipotesi.
Non so, sarebbe bello, per esempio, che l’anno prossimo si diffondesse improvvisamente, senza alcun motivo, per tutta la penisola, e anche oltre i confini, l’uso della parola Salviettone, parola che, da una ricerca privata che ho fatto in questi ultimi mesi, sembra sia relegata a un’esistenza dignitosa tra le province di Parma e di Mantova.
Sarebbe bello che l’estate del 2009 fosse l’estate del salviettone, tutti in spiaggia con il salviettone, riviste che regalan salviettoni, salviettoni formato famiglia, salviettoni usa e getta, rispettosi dell’ambiente, feste con i salviettoni (salviettone party), delle cose così.
Altro, mi dispiace, non mi viene in mente.
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Mi trovo qua, nella mia cucina, abitabile, a pensare che come sarà l’anno prossimo, io, a dir la verità, non lo so. Come sarà? Boh. Non lo so. Proviamo a fare delle ipotesi.
Non so, sarebbe bello, per esempio, che l’anno prossimo si diffondesse improvvisamente, senza alcun motivo, per tutta la penisola, e anche oltre i confini, l’uso della parola Salviettone, parola che, da una ricerca privata che ho svolto, come si dice, in questi ultimi mesi, è relegata a un’esistenza dignitosa tra le province di Parma e di Mantova.
Sarebbe bello che l’estate del 2009 fosse l’estate del salviettone, tutti in spiaggia con il salviettone, riviste che regalan salviettoni, salviettoni formato famiglia, salviettoni usa e getta, rispettosi dell’ambiente, feste con i salviettoni (salviettone party), delle cose così.
Altro, mi dispiace, non mi viene in mente.
Due anni fa, sempre sul manifesto, in una rubrica che si chiamava, se non ricordo male, Gli introvabili, è uscito un pezzo sul libro di Daniele Benati Silenzio in Emilia.
Il pezzo era questo:
Una volta ero in macchina con un mio amico, dovevamo andare in un posto in Piemonte dove c’era una festa. Eravam partiti la mattina presto e avevam cominciato a parlare, quando è stato il momento di uscire dall’autostrada, stavamo parlando, abbiamo passato l’uscita. Siamo usciti l’uscita dopo, e per andare in quel posto dove dovevamo andare, nel Monferrato, abbiamo dovuto fare una strada che non conoscevamo. Ci eravamo persi. Quel pezzo di strada lì, un’ora, a cercare la strada, a controllare i nomi dei paesi sulla cartina, a stupirci delle piazze deserte all’ora di pranzo, a vedere le insegne dei bar che sembravan le stesse di quaranta anni prima, è stato un momento indimenticabile, che se ci ripenso ne ritrovo il carattere, preciso com’era. Questa cosa mi è venuta in mente rileggendo Silenzio in Emilia, di Daniele Benati, un po’ perché in macchina con me quel giorno lì c’era Daniele Benati, un po’ perché Silenzio in Emilia è un libro dove i protagonisti degli undici racconti (o capitoli) che lo compongono, continuamente si perdono, e sempre, nel libro, per tutto il libro, c’è quell’incanto di quando sei perso, quella tensione che fa sì che ogni cosa che vedi diventa importante. Continua a leggere »