Alle 9 e 50

venerdì 19 Dicembre 2008

Oggi, alle 9 e 50, all’edicola del Pontelungo, quartiere periferico di Bologna, avevano venduto una copia del manifesto.

Stamattina

venerdì 19 Dicembre 2008

Stamattina, a 50 euro, esce sul manifesto, insieme a tante altre cose, questa cosa qua (è un po’ lunga).

Previsioni per il 2009

Mi trovo qua, nella mia cucina, abitabile, a pensare che come sarà il 2009, io, a dir la verità, non lo so.
Come sarà? Boh. Non lo so.
Proviamo a far delle ipotesi.
Non so, sarebbe bello, per esempio, che l’anno prossimo si diffondesse improvvisamente, senza alcun motivo, per tutta la penisola, e anche oltre i confini, l’uso della parola Salviettone, parola che, da una ricerca privata che ho fatto in questi ultimi mesi, sembra sia relegata a un’esistenza dignitosa tra le province di Parma e di Mantova.
Sarebbe bello che l’estate del 2009 fosse l’estate del salviettone, tutti in spiaggia con il salviettone, riviste che regalan salviettoni, salviettoni formato famiglia, salviettoni usa e getta, rispettosi dell’ambiente, feste con i salviettoni (salviettone party), delle cose così.
Altro, mi dispiace, non mi viene in mente.
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L’anno 2009

sabato 6 Dicembre 2008

Mi trovo qua, nella mia cucina, abitabile, a pensare che come sarà l’anno prossimo, io, a dir la verità, non lo so. Come sarà? Boh. Non lo so. Proviamo a fare delle ipotesi.
Non so, sarebbe bello, per esempio, che l’anno prossimo si diffondesse improvvisamente, senza alcun motivo, per tutta la penisola, e anche oltre i confini, l’uso della parola Salviettone, parola che, da una ricerca privata che ho svolto, come si dice, in questi ultimi mesi, è relegata a un’esistenza dignitosa tra le province di Parma e di Mantova.
Sarebbe bello che l’estate del 2009 fosse l’estate del salviettone, tutti in spiaggia con il salviettone, riviste che regalan salviettoni, salviettoni formato famiglia, salviettoni usa e getta, rispettosi dell’ambiente, feste con i salviettoni (salviettone party), delle cose così.
Altro, mi dispiace, non mi viene in mente.

Silenzio

giovedì 6 Novembre 2008


Due anni fa, sempre sul manifesto, in una rubrica che si chiamava, se non ricordo male, Gli introvabili, è uscito un pezzo sul libro di Daniele Benati Silenzio in Emilia.
Il pezzo era questo:

Una volta ero in macchina con un mio amico, dovevamo andare in un posto in Piemonte dove c’era una festa. Eravam partiti la mattina presto e avevam cominciato a parlare, quando è stato il momento di uscire dall’autostrada, stavamo parlando, abbiamo passato l’uscita. Siamo usciti l’uscita dopo, e per andare in quel posto dove dovevamo andare, nel Monferrato, abbiamo dovuto fare una strada che non conoscevamo. Ci eravamo persi. Quel pezzo di strada lì, un’ora, a cercare la strada, a controllare i nomi dei paesi sulla cartina, a stupirci delle piazze deserte all’ora di pranzo, a vedere le insegne dei bar che sembravan le stesse di quaranta anni prima, è stato un momento indimenticabile, che se ci ripenso ne ritrovo il carattere, preciso com’era. Questa cosa mi è venuta in mente rileggendo Silenzio in Emilia, di Daniele Benati, un po’ perché in macchina con me quel giorno lì c’era Daniele Benati, un po’ perché Silenzio in Emilia è un libro dove i protagonisti degli undici racconti (o capitoli) che lo compongono, continuamente si perdono, e sempre, nel libro, per tutto il libro, c’è quell’incanto di quando sei perso, quella tensione che fa sì che ogni cosa che vedi diventa importante. Continua a leggere »