sabato 13 Ottobre 2018
Il MAMbo, il museo d’arte moderna di Bologna, è stato inaugurato nel 2007 ed è ospitato in un palazzo che è stato costruito nel 1915 dal dottor Francesco Zanardi, primo sindaco socialista di Bologna, che aveva dichiarato di voler operare, come sindaco, «a favore della povera gente», e aveva fatto aprire dei negozi, che venivano chiamati negozi Zanardi, che vendevano a buon mercato dei prodotti di largo consumo; aveva fatto costruire l’edificio che oggi ospita il MAMbo per farne un forno del pane, gestito direttamente dal comune, che fosse in grado di cuocere il pane per tutta la città, e dicono avesse comperato due piroscafi, uno che andasse in America a prendere il grano, uno in Inghilterra a comprare il carbone, e era diventato, Zanardi, per i bolognesi, “il sindaco del pane”.
Per me, Bologna, una delle cose incantevoli, di questa città, è che è una città civile, dove, negli anni cinquanta, con il sindaco Dozza, gli autobus, negli orari di apertura e di chiusura delle fabbriche erano gratis, che è una cosa che io trovo commovente, come se fosse possibile fare le cose come si deve e c’è un pittore, del quale al MAMbo si trova un lungo quadro che si chiama il Teorema di Pitagora, Pinot Gallizio, che è l’ideatore di un tipo di pittura che ricorda questa vocazione popolare della città di Bologna, la pittura industriale, che Gallizio vendeva al metro.
Uno dei quadri più celebri, tra quelli ospitati dal MAMbo è i Funerali di Togliatti, di Renato Guttuso, che Guttuso ha voluto esplicitamente, nel 1974, fosse esposto a Bologna.
Dal 2012 l’ex Forno del pane ospita anche il Museo Morandi, con i paesaggi e le bottiglie che l’han reso celebre, e le sue incisioni fatte tutte di righe, son solo righe, e con delle piccolissime righe Morandi è capace di fare tanta di quella roba che a me, a guardarle, mi vien voglia di mettermi a disegnar delle righe.
A me è successo più di una volta, trovandomi a Parigi o a Mosca, di visitare mostre di Morandi e nel 2002, quando ho conosciuto un pittore russo vivente che a me sembra un maestro, Vladimir Šinkarëv, son rimasto stupefatto quando, nel suo studio, sul suo tavolo di lavoro, ho visto un catalogo di Giorgio Morandi. Mi sembrava di trovare, al sesto piano di un edificio della quindicesima linea dell’Isola Vasilevskij di San Pietroburgo, un pezzo di casa mia.
Il carattere internazionale della pittura di Morandi mi sembra tanto più strano, e più bello, considerando che lui rarissimamente si muoveva da Bologna: a parte Grizzana, sull’Appennino (dove si ea fatto costruire una casa, nel 1960, perché davanti alle finestre dell’appartamento dove era in affitto, in via Fondazza, avevano costruito un palazzo e la luce non era più quella che piaceva lui), era stato varie volte a Firenze, una volta a Venezia, e una volta in Svizzera, e sembra che quando qualcuno gli diceva «Giorgio, ma perché non fai un bel viaggio che ti distrai, sempre queste bottiglie?» lui incrociasse le braccia e rispondesse «No, io resto qui».
[Dalla guida verde di Bologna del Touring Club Italiano]
mercoledì 6 Dicembre 2017
La libreria Mambo Corraini di Bologna, in occasione della mostra Revolutija (clic), che inaugura il 12 dicembre, mi ha chiesto di segnalare dei libri sulla rivoluzione. Ho usato, come traccia, i libri che ho citato nel discorso sulla rivoluzione che è stato trasmesso sabato scorso a Uomini e profeti, su radio 3 (clic); mi dicono dalla libreria che i libri che ancora si trovano, tra quelli che ho segnalato, saranno in libreria a partire dalla metà della prossima settimana. I libri sono questi:
Fëdor Dostoevskij, I demoni, edizione Mondadori, traduzione di Riinaldo Küfferle,
Maksim Gor’kij, Storia di un uomo inutile, Utet;
Anatolij Mariengof, Romanzo senza bugie, E/O (credo non sia più disponibile);
Viktor Šklovskij, La mossa del cavallo (non disponibile, ho paura);
Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale (non disponibile, ho paura);
Aleksandr Blok, I dodici, Einaudi (non disponibile, ho paura);
Aleksandr Blok, L’intelligencija e la rivoluzione (Adelphi);
Osip Mandel’štam, Ottanta poesie (Einaudi);
Osip Mandel’štam, Discorso su Dante (Adelphi);
Osip Mandel’štam, Sulla poesia (non disponibile, secondo me);
Anna Achmatova, La corsa del tempo, Einaudi;
Lidija Čukovskaja, Incontri con Anna Achmatova, Adelphi;
Velimir Chlebnikov, 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet;
Vladimir Markov, Storia del futurismo russo, Einaudi;
Vladislav Chodasevič, Necropoli, Adelphi;
Michail Bulgakov, Il maestro e Margherita (edizione BUR, tradotta da Milly de Monticelli);
Michail Bulgakov, Le memorie di un giovane medico, Marcos y Marcos;
Velimir Chlebnikov, 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet;
Il’ja Il’f e Evgenij Petrov, Le dodici sedie (non si trova più, forse);
Il’ja Il’f e Evgenij Petrov, il vitello d’oro (uguale, non si trova più, forse);
Iosif Brodskij, Dall’esilio, Adelphi;
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio, Adelphi;
Sergej Dovlatov, La valigia, Sellerio;
Sergej Dolvatov, Compromesso, Sellerio;
Sergej Dovlatov, Noialtri, Sellerio;
Izrail’ Metter, Il quinto angolo, Einaudi;
Juz Aleskovskij, Nikolaj Nikolaevič il donatore di sperma, Voland;
Vladimir Sorokin, La coda, Guanda;
Venedikt Erofeev, Mosca-Petuški (poema ferroviario), Quodlibet.
venerdì 25 Novembre 2016
Venerdì,
25 novembre,
a Bologna,
all’artbookshop Corraini,
al Mambo,
alle 17,
Yocci presenta
Il re della torta di carote e
altre storie
e ci sono anch’io.
sabato 1 Dicembre 2012
Sabato 1 dicembre,
all’artbookshop Corraini Mambo,
in Via Don Minzoni 14
a Bologna,
alle 18,
si parla del libro
Appunti di parole,
di Yocci,
io parlo e Yocci disegna,
credo, non so bene.
venerdì 20 Agosto 2010
Ieri sera volevo andare a una festa dell’unità, mi piacciono molto le feste dell’unità, la gente che balla, solo che in provincia di Bologna secondo me l’unica che c’era era a un’ora di macchina, allora ho comprato il giornale per veder cosa c’era, non c’era niente; dopo son stato al Mambo per firmare un documento, mi hanno detto che ci sarebbe stata una conferenza, alla sera, in terrazza, da loro, del fondatore della neurestetica, Semir Zeki.
Io ho pensato Ma guarda, ma non c’era, sul giornale, poi sono andato a vedere sul giornale, era la notizia centrale, la più grande, con una foto anche, gialla e arancione, solo che io ero andato a cercare di fianco, per aria, le cose scritte in piccolo, avevo letto anche le lettere, a sinistra, tre lettere sulla Fortitudo, l’articolo più grande e la foto non li avevo neanche visti, anzi li avevo visti ma non li avevo neanche considerati, li avevo messi da parte, nella mia testa, li avevo scartati che tanto, lì in mezzo, con quella evidenza, non poteva esserci niente di bello, nella mia immaginazione.
giovedì 5 Agosto 2010
Giovedì 5 agosto,
a Bologna,
al MAMBO,
in via Don Minzoni, 14
alle ore 21,
Paolo Nori e Antonio Zambrini
in Sputare negli stivali
giovedì 5 Agosto 2010
La prima, mi chiedono se si fa la lettura di stasera, 5 agosto, sulla terrazza del Mambo, visto che è piovuto e che rischia di piovere ancora; si fa comunque, se piove si fa dentro, se non piove in terrazza.
La seconda, che mi è arrivata la bozza del pieghevole per la scuola elementare di Reggio Emilia, che è questa
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e anche questa
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La terza, è che sto facendo un lavoro che mi vien su la sburla, che non so se si capisce bene, cosa vuol dire, lo dicono a Reggio, Avevo una sburla, vien da sburlare.
martedì 2 Dicembre 2008
La fine del discorso del mambo:
[segue]
Adesso comunque cominciamo a parlare dell’arte moderna e di questo museo, cioè, a dir la verità cominciamo a parlare di musica perché la prima volta che ci sono entrato, in questo museo, c’era una mostra del musicista John Cage e su un tabellone di questa mostra c’era scritto La musica è edificante, perché ogni tanto mette in moto l’anima. Che è una parola, anima, di fronte alla quale io di solito batto in ritirata ancora di più che di fronte alla parola arte, solo che in quella frase lì, La musica è edificante, perché ogni tanto mette in moto l’anima, c’è quell’ogni tanto che è come se la bilanciasse, gli dà una sua grazia che è come se ti dicesse, non avere paura, non battere, in ritirata, stai qua, ragioniamo.
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lunedì 1 Dicembre 2008
Seconda parte del discorso del Mambo:
[segue]
Ecco. Allora dicevamo, lasciamo star la politica, parliamo dell’arte, che è una parola difficile, arte è una parola, come scrive Flannery O’Connor, davanti alla quale la gente batte subito in ritirata, perché troppo altisonante, e anch’io faccio così, di solito, batto in ritirita, mi fermo ancora prima di pronunciarla, arte è una di quelle parole lì come amore, o come spirito, anche nella sua variante di spirito santo, o come natura, o naturale, anche nella sua forma avverbiale naturalmente, sono quelle parole che uno a dirle gli casca la faccia.
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domenica 30 Novembre 2008
Metto qua sotto il discorso che ho fatto al Mambo l’altro giorno. È molto lungo, lo metto giù in tre parti, una al giorno. Si intitola Un mondo di esperti.
Un mondo di esperti
Discorso sull’arte moderna raccontata ai ciechi
pronunciato al museo d’arte moderna di Bologna
il 27 novembre 2008
nell’ambito di un rassegna intitolata
Collezioni mai viste
Buonasera.
Mi hanno chiesto di spiegare il posto in cui ci troviamo, il museo di arte moderna della città Bologna, ai ciechi, a chi non può vedere.
Che è una cosa, non so come dire, strana, e difficile, e interessante.
Cioè, in sostanza, secondo me, a parte il mueso di arte moderna della città Bologna, si tratta forse un po’ di rispondere alla domanda Cosa ci va a fare, un cieco, in un museo di arte moderna? Che è una domanda chiara, e sintetica, e che per rispondere io ci metterò circa cinquanta minuti. Spero che siate tutti comodi, tranquilli, e cominciamo.
Intanto mi presento.
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