Russità

sabato 10 Aprile 2021

Un mio amico di Cagliari mi ha scritto che ha saputo che a me piaccion due cose che fanno piangere: la letteratura russa e le partite del Parma, e mi ha detto che anche loro a Cagliari son messi come noi, io gli ho risposto che noi parmigiani, non lo dico per vantarmi, quest’anno siamo più russi, dei cagliaritani.

Quando siamo in missione

lunedì 11 Febbraio 2013

Quando siamo in missione, noi poliziotti soggiorniamo nelle caserme delle città che ci ospitano, ma in quell’occasione Carruezzo aveva avuto cura di farmi autorizzare all’uso dell’albergo. Più di altre categorie, noi poliziotti, soffriamo la solitudine e avremmo bisogno di muoverci tra mura familiari, ciò che le foresterie militari sono lontanissime dall’essere: sono autentiche porcate pensate da menti malate le foresterie militari. Qui a volte mi sono imbattuto in colleghi che, avendoli conosciuti da qualche ora, mi confessavano le loro pulsioni suicide in forme tanto coinvolgenti da costringermi a passare serate intere a escogitare, per loro e non per me stesso come avrei dovuto, sufficienti ragioni per vivere. Cercate di immaginare la scena, un poliziotto depresso che cerca di consolarne un altro ancora più depresso, il tutto in un posto dove, dal momento in cui è stato destinato a foresteria militare, nessuna donna ha messo piede, salvo una vecchia sdentata che ogni tanto c’entra a fare pulizia.

[Luciano Marrocu, Affari riservati, Milano, Baldini Castoldi Dalai 2013, pp. 19-20]

17 aprile – Cagliari

martedì 17 Aprile 2012

Martedì 17 aprile,
a Cagliari,
alle 19,
nella sede di Asibiri,
in via S.saturnino 7 a Cagliari
Le rivoluzioni vanno sempre storte,
di Luciano Marrocu,
con Luciano Marrocu
e Paolo Nori

15 maggio – Torino

domenica 15 Maggio 2011

Domenica 15 maggio,
a Torino,
al salone del Libro,
alle ore 16,
allo Spazio Room to the future – Invasioni mediatiche,
presentazione della casa editrice Sugaman
con Alessandro Bonino,
Luciano Marrocu,
Paolo Nori
e Simona Toncelli.

Le rivoluzioni vanno sempre storte

mercoledì 11 Maggio 2011

Esce oggi il terzo ebook della casa editrice sugaman, questo qui (la grafica è di Simona Toncelli)

6 settembre 2009

domenica 10 Ottobre 2010

Dopo, sempre quella notte, a un altro tavolino dello stesso bar, stavamo parlando con Diego Zucca dello scrittore francese Perec e dei suoi palindromi, che son quelle frasi che si leggono nello stesso modo da destra a sinistra e da sinistra a destra, per esempio Bob, è un nome palindromo, o Anna, Bob, boB, Anna, annA, e c’è della gente che di palindromi ne fa tantissimi e molto lunghi, io l’unico che son riuscito a fare è Onan è nano, che non è molto bello, poi ne ho fatto un altro che non è proprio un palindromo, è Bob ama Anna, che letto al contrario diventa Anna ama Bob, un po’ una cazzata, non son molto bravo, invece Diego Zucca è bravissimo a fare i palindromi e Perec era proprio una campione, ha fatto il palindromo più lungo del mondo, stavamo parlando di quello, con Diego Zucca, e Luciano Marrocu, che ha qualche anno più di me che ho qualche anno più di Diego, Luciano ci ha guardato ci ha detto «Ma voi, invece di far dei palindromi, perché non fate la rivoluzione?».

[Dalla bozza di La matematica è scolpita nel granito]

Professori allo sbando

sabato 28 Marzo 2009

Ho letto un romanzo inedito di Luciano Marrocu, intitolato Professori allo sbando. L’io narrante è un professore di storia (e romanziere), che insegna a Cagliari, e una delle cose che succedono è il fatto che le Carte d’Arborea, che sono dei documenti comparsi nell’ottocento e che per un po’, prima che Mommsen dimostrasse che erano dei falsi grossolani, avevano riscritto, come si dice, la storia della Sardegna, Le carte d’Arborea, dicevo, vengono rivalutate da un collega dell’io narrante come romanzo, come dire, post moderno, e la Sardegna diventa, nella ricostruzione di questo collega, che si chiama Pompucci, la culla della postmodernità, grazie anche ad un convegno internazionale che si chiama Mommsen, adieu.
Metto qua sotto un paragrafo del romanzo:

Sono stato a Napoli per un convegno e passeggiando intorno alla stazione ho trovato esposto nelle bancarelle dei libri usati un mio libro, non un romanzo, però, ma un libro di storia che ho pubblicato dieci anni fa, un libro serissimo, con le note e tutto quanto, che si intitola La Perdita del Regno, Roma, Editori Riuniti. Questo mio libro stava nelle bancarelle tra due libri che avevano come titolo, quello a sinistra Stai tra le mie cosce calde che ci stai bene, e l’altro, quello a destra, Acchiappami da dietro ma fallo di sorpresa. Sulla copertina di questi due libri c’erano delle figure che illustravano il titolo. Io non lo so perché, ma a me vedere il mio libro in quella compagnia mi faceva piacere. Poi ho sfogliato un po’ il mio libro e mi sono ricordato che parlavo anche dei Falsi d’Arborea e di come ne parlavo, davo naturalmente per scontato che erano falsi e ho confrontato queste cose che dicevo con le cose che si dicono oggi sui Falsi d’Arborea, nell’epoca del linguistic turn. E allora mi è venuta una specie di tenerezza per me stesso e per i tempi che viviamo. E ho pensato, io credo che proprio non ce la faccio. Poi la malinconia è passata e ho deciso che uno di quei due libri amici me lo dovevo comprare. Sono stato un po’ indeciso ma poi è stato Acchiappami da dietro ma fallo di sorpresa quello che ho scelto.