Il marito della madre

venerdì 10 Agosto 2018

– Andatevene, canaglie! – diceva con voce sorda. Tra i peli folti della faccia luccicavano i denti, grossi e gialli. Il gruppo si scioglieva impaurito, urlandogli contro qualche insulto.
– Canaglie! – diceva ormai alle loro spalle, e gli occhi gli rilucevano di uno scherno tagliente come una lesina. Poi, tenendo la testa in atteggiamento di sfida li seguiva e li provocava:
– Su, chi vuole morire?
Ma nessuno ne aveva voglia.
Parlava poco, e «canaglia» era la sua parola preferita. Così chiamava i capi della fabbrica e la polizia, così chiamava la moglie.
– Non vedi, canaglia, che ho i calzoni rotti?

[Maksim Gor’kij, La madre, traduzione di Luciana Montagnani, Roma, Editori Riuniti 1980, p. 8]

I genitori posso[no] essere considerati delle persone?

venerdì 17 Febbraio 2017

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I genitori posso[no] essere considerati delle persone? Io ne ho sempre dubitato. I genitori sono negativi non sviluppati. Tra tutti coloro che incontriamo nella vita sono quelli che conosciamo peggio, proprio perché non li incontriamo; l’iniziativa fin dall’origine è già stata presa dagli «avi»: sono loro che vengono incontro a noi. Il cordone ombelicale non è stato tagliato, loro sono parte di noi esattamente nella stessa misura in cui ci è impossibile capirli. Il collasso della conoscenza è assicurato. Il resto sono congetture. Abbiamo paura di vedere il loro corpo e di guardarli nell’anima. Loro per noi non si trasformano mai in persone, rimangono per sempre un susseguirsi di impressioni che non hanno un origine, dei mutevoli spauracchi-miraggi.

[Viktor Erofeev, Il buon Stalin, traduzione di Luciana Montagnani, Torino, Einaudi 2008, pp. 3-4]