Goffman

domenica 18 Luglio 2010

downloadedfile

Qualunque sia l’oggetto concreto del nostro interesse e le nostre convinzioni metodologiche, credo che tutto ciò che possiamo fare sia tener fede allo spirito delle scienze naturali e tirare avanti con cautela, illudendoci seriamente che la strada sia quella giusta. Non ci è stato dato il credito e il peso che gli economisti hanno recentemente acquisito, ma possiamo far loro concorrenza per quanto riguarda il fallimento di previsioni rigorosamente calcolate. Certamente le nostre teorie sistematiche sono non meno vacue delle loro e riusciamo a ignorare quasi altrettante variabili critiche. Non abbiamo lo spirito degli antropologi, ma almeno il nostro oggetto di studio non è stato cancellato dalla diffusione dell’economia mondiale. Così abbiamo ancora ampie opportunità di lasciarci sfuggire fatti rilevanti che si verificano sotto i nostri stessi occhi. Non abbiamo studenti di dottorato con quozienti di intelligenza così alti come quelli che si iscrivono a psicologia e, nei casi migliori, l’addestramento che questi ultimi ricevono sembra più professionale e completo di quello che noi offriamo. Quindi non siamo riusciti a produrre nei nostri studenti quell’alto livello di addestrata incompetenza che gli psicologi hanno ottenuto coi loro, anche se Dio sa se ci stiamo provando.

[Erving Goffman, L’ordine dell’interazione (Discorso presidenziale per il convegno annuale del 1982 dell’American Sociological Association), a cura di Pier Paolo Giglioli, Roma, Armando editore 1998, pp. 42-43]