Cose che chiedevano a Tolstoj
Lo scrittore Michail Stružencov si rivolge al pubblico tenendo una conferenza di teologia, che darà luogo in seguito a un articolo dal titolo Uno studio cristiano-ortodosso del matrimonio: a proposito delle concezioni del conte L. N. Tolstoj e di altri pubblicisti contemporanei sul matrimonio. Lo scritto si presenta come un’attenta e articolata disamina dell’essenza religiosa del matrimonio in tutti i suoi aspetti, compreso quello sessuale, che non deve essere considerato una vergogna (pozor), una caduta (padenie) o un peccato (grech), bensì una cosa naturale e benedetta dalla chiesa. Il tutto nell’osservanza delle limitazioni da questa imposte:
Nel matrimonio cristiano i rapporti carnali sono ammessi e benedetti solo qualora non ostacolino e non danneggino il perfezionamento morale e spirituale dei coniugi, che resta lo scopo principale della loro unione.
Stružencov riporta testimonianze viventi del profondo effetto che La sonata a Kreutzer ha sul pubblico, citando la storia di una ragazza che, dopo aver letto l’opera, ha cominciato a disprezzare tutto il genere maschile, mentre un giovane uomo colto, fidanzato, oppresso dalle sensazioni suscitate dalla lettura de La sonata a Kreutzer, sarebbe uscito di senno subito prima del matrimonio; infine un marito, in seguito alla lettura di quest’opera, avrebbe definitivamente proposto alla moglie di mutare i loro precedenti rapporti in una relazione fraterna, inducendo la consorte, che desiderava ardentemente avere figli, a rivolgersi a Tolstoj di convincere il marito a ristabilire la pace e la felicità in famiglia.
[Maria Zalambani, L’istituzione del matrimonio in Tolstoj, Firenze, Firenze University Press 2015, p. 150]