Un inizio

martedì 30 Ottobre 2012

Non so. Se dovessi dire, per me, è la musica. La musica proprio anche quella recente.
Però magari ci sono anche delle altre cose.
Una volta, per dire, ho visto un filmato dove c’ero io che raccontavo delle cose a un piccolo gruppo di studenti, che poi non erano studenti, nel senso che non era una scuola, era un piccolo seminario che durava dieci settimane, ci si incontrava una volta a settimana, per due ore, si intitolava Scuola elementare di scrittura emiliana, e era bello, ma quello non c’entra, quello che c’entra è che io gesticolavo.
Se mi avessero chiesto, prima che vedessi quel filmato, Quando parli gesticoli?, io gli avrei risposto Non tanto.
Invece gesticolo tanto.
Ecco questa è una cosa talmente tipica, che io, ormai, e credo anche gli altri, non ce ne accorgiamo neanche. Invece il mandolino, per dire, no.
Non so se avete mai sentito l’espressione Pizza e mandolino. Ecco, non so chi l’abbia inventata, però il mandolino, io, non ho mai visto un mandolino in vita mia.
Dopo, mi viene in mente, la vendetta, dicono che ci vendichiamo, ma io non lo so.
Io se qualcuno tarda a rispondermi a una mail, mi viene da pregargli dei chancheri, ma forse sono io che sono così che da qualche anno, forse, ho cominciato a darmi dell’importanza, a montarmi la testa, non so bene, sulla vendetta non so: forse che sì, forse che no. Continua a leggere »

Non so

lunedì 9 Gennaio 2012

Non so. Se dovessi dire, per me, è la musica. La musica proprio anche quella recente.
Però magari ci sono anche delle altre cose.
Una volta, per dire, ho visto un filmato dove c’ero io che raccontavo delle cose a un piccolo gruppo di studenti, che poi non eran studenti, nel senso che non era una scuola, era un piccolo seminario che durava dieci settimane, ci si incontrava una volta a settimana, per due ore, si intitolava Scuola elementare di scrittura emiliana, e era bello, ma quello non c’entra, quello che c’entra è che io gesticolavo.
Se mi avessero chiesto, prima che vedessi quel filmato, Quando parli gesticoli?, io gli avrei risposto Non tanto.
Invece gesticolo tanto.
Ecco questa è una cosa talmente tipica, che io, ormai, e credo anche gli altri, non ce ne accorgiamo neanche. Invece il mandolino, per dire, no.
Non so se avete mai sentito l’espressione Pizza e mandolino. Ecco, non so chi l’abbia inventata, però il mandolino, io, non ho mai visto un mandolino in vita mia.
Dopo, mi viene in mente, la vendetta, dicono che ci vendichiamo, ma io non lo so.
Io se qualcuno tarda a rispondermi a una mail, mi viene da pregargli dei chancheri, ma forse sono io che sono così che da qualche anno, forse, ho cominciato a darmi dell’importanza, a montarmi la testa, non so bene, sulla vendetta non so: forse che sì, forse che no.
E poi, se tardavano a rispondermi alle mail, o se non mi rispondevano al telefono, mi veniva da pregargli dei cancheri anche quando ero giovane quindi forse, probabilmente, i casi sono due, o io mi sono montato la testa fin da quando ero giovane, oppure la vendetta quella sì, che è una cosa tipicamente italiana che noi la pratichiamo senza neanche accorgercene, gesticoliamo, e ci vendichiamo, che detto così non sembra un popolo molto simpatico, da frequentare, il popolo italiano, ammesso che esista.

[inizio di un racconto per la libreria Bonardi di Amsterdam]

La culla del liscio

domenica 6 Dicembre 2009

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(È uscita in Olanda, pubblicata dalla Libreria Bonardi, un’antologia che si chiama Giro d’Italia, sottotitolo Hedendaagse italiaanse schrijvers over hun land; è un’antologia bilingue, con 20 interventi, uno per ogni regione italiana. Io ho scritto il pezzo sull’Emilia Romagna, e lo metto qua sotto, leggermente modificato [il pezzo originale, pubblicato nell’antologia, era pensato per il mercato olandese])

Ho cominciato a pensare che il liscio per me era una cosa diversa da com’era per molta altra gente che stava al mondo una volta, qualche anno fa, quando son stato dodici giorni negli Stati Uniti d’America, in Mississippi, con il compito di scrivere qualcosa sul blues. Io quando ero partito ero convinto che, nel Mississippi, tutti ascoltassero il blues, solo che poi quando sono arrivato, la gente con la quale parlavo, alla quale chiedevo, la maggior parte, mi guardavano come per dire: Il blues? Cosa vai a tirare in ballo?
Allora quando sono tornato, a me era venuto in mente che la stessa cosa, forse, sarebbe successa se un americano fosse venuto in Emilia e avesse cominciato a interrogare la gente sul liscio. Che gli emiliani, i reggiani, per dire, che Reggio Emilia in Emilia è probabilmente il posto dove la gente è più schietta, i reggiani avrebbero guardato quell’americano con una faccia come per dire Il liscio? Cosa vai a tirare in ballo? E l’avrebbero probabilmente mandato in Romagna, quell’americano lì che si sarebbe chiamato Mister Robinson: Vai, vai in Romagna, gli avrebbero detto probabilmente. Vai vai a Rimini, a Bellaria, a Cesena, che là di balere ne trovi fin che vuoi; è lì, che è nato il liscio, gli avrebbero detto i reggiani a Mister Robinson, e Mister Robinson, che sarebbe stato un americano bianco, alto, sui quarant’anni, appena stempiato, con quella mascella, non so come dire, importante, come quelle che hanno gli americani, e con nella testa un misto di ingenuità e di fiducia che nella nostra testa noi mettiamo dentro le teste degli americani, insieme alla passione per il blues, per il jazz e al porto d’armi, Mister Robinson avrebbe preso il suo treno, regionale, e sarebbe partito da Reggio Emilia con destinazione Cesena a cercare le radici del liscio così simile al blues. Continua a leggere »