Io, mi scusi

domenica 13 Ottobre 2013

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Io, mi scusi, sono stupito e sbigottito dal Suo tono autoritario, dall’alterigia e dall’intolleranza che sempre più traspaiono dai Suoi interventi. Lei ha assunto l’aspetto e i modi di un nuovo despota spirituale, di un capriccioso favorito che ci ha già fatto tanto soffrire.
[…] Il tono delle sue parole è il tono di un profeta e di un moralista, la Sua passione e il Suo talento di insegnare a tutti e a ciascuno come bisogna stare al mondo, prendendo Lei come esempio, indipendentemente dalla logica, dal senso, caricano le Sue parole di uno stile intollerante e fanatico.
[…] Noi non crediamo ai profeti, Aleksandr Isaevič. Anche se Lei fosse Lev Tolstoj, meglio andare a letto, piuttosto che credere all’ennesimo inganno…

[Andrej Sinjavskij, Lettera aperta (del 12 gennaio 1975) a A. Solženicyn, in Abram Terz, Putešestvie na černuju rečku, Mosckva, Sacharov 1999, pp. 324-325]