Uno specialista

martedì 22 Gennaio 2019

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

In una prefazione inedita a Guerra e pace Tolstoj dice che tutti i suoi eroi sono aristocratici, perché egli non conosce altre società e non può raccontare di un seminarista che sia stato frustato due volte. Ho osservato una volta che nei corpi dei cadetti si usava frustare molto più che nei seminari. C’erano anche specialisti della fustigazione. Nel corpo dei cadetti della marina c’era un uomo che frustava disegnando una precisa figura sul corpo della vittima.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 217]

L’atteggiamento di Tolstoj verso i matrimoni

venerdì 28 Dicembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

L’atteggiamento di Tolstoj verso i matrimoni era negativo, e pianse le nozze della figlia. Diceva che, in generale, ai matrimoni bisogna piangere.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 213]

Un altro fiume

domenica 16 Dicembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Per Tolstoj questo aspetto ha un’importanza di principio: egli diceva che gli uomini non sono intelligenti, stupidi, coraggiosi, codardi, no: gli uomini sono come un fiume, che attraversa valli ora strette, ora ampie, ora incontrando un banco di sabbia, ora una cascata.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 353]

Un fiume

venerdì 14 Dicembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Il termine «scritto» è sbagliato se riferito ai romanzi. I romanzi non si scrivono, anche se Mark Twain, rispondendo alla domanda su come si dovesse scrivere un romanzo, rispose: «stando seduti». I romanzi vengono costruiti. Il romanzo non è un lago, ma un fiume, e si potrebbero scegliere come epigrafe per i romani le parole del Canto della schiera di Igor:
«O Dnepr Slavutič! Ti sei fatto strada tra i monti di pietra…»

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 236]

La natura

lunedì 19 Novembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Čechov scriveva novelle senza inizio né fine.
Al fratello Alessandro, uomo di talento, padre del geniale attore Michail Čechov, e uomo saturo di futuro, scriveva che, una volta scritto un racconto, bisognava strappare le prime cinque pagine senza leggerle. Eliminava esordi e scioglimenti.
Čechov diceva che il vecchio dramma sapeva una cosa sola: il protagonista moriva o si sposava.
La vecchia prosa non era morta.
Ma Čechov aveva imboccato una via nuova, inesplorata, non battuta; addirittura rimasta inavvertita.
Cominciò col vedere la natura.
La natura siamo noi stessi.
A cominciare dai bambini piccolissimi, che sono essi stessi natura, e per questo non la vedono.
Se in ciò vedete una contraddizione, sono lieto per voi.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 172]

Quella di sempre

venerdì 2 Novembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Ma Tolstoj non vuole stupire mostrando cose strane.
Egli vuole mostrare la stranezza del quotidiano, nei dettagli.
Ivan Il’ič è morto, eppure tutti sono contenti.
È lui il morto, non io.
E Ivan Il’ič giace là dove «devono» giacere tutti i morti.
La vita vissuta da Ivan Il’ič è stata delle più semplici e delle più terribili.
Tolstoj temeva non solo la morte, ma anche la vita, se era quella di sempre.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 172]

Comunque

martedì 9 Ottobre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Nelle penultime parole del Decameron, Boccaccio dice che il vento agita solo gli alberi grandi.

[e]

Alla fine dell’Uva spina [di Čechov] il protagonista è contento di sé; e questo è il dramma più terribile, che un uomo sia contento della propria esistenza.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, pp. 364, 366]

Qualcosa di diverso

mercoledì 19 Settembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

In un grande scrittore il carattere del personaggio è come fotografato da diversi punti di vista; il dubbio di Puškin su chi sia Onegin, assieme con la proposta di tutta una serie di nomi, termina col pensiero: pare che questo sia lui.
Per Tolstoj questo aspetto ha un’importanza di principio: egli diceva che gli uomini non sono intelligenti, stupidi, coraggiosi, codardi, no: gli uomini sono come un fiume, che attraversa valli ora strette, ora ampie, ora incontrando un banco di sabbia, ora una cascata.
«L’uomo scorre e in lui ci sono tutte le possibilità: era stupido, è diventato intelligente, era malvagio, è diventato buono, e viceversa. In ciò consiste la grandezza dell’uomo. E perciò non si può giudicare un uomo. Giudicare quale uomo? Tu l’hai condannato, ed egli è già un altro. Non si può neppure dire: non mi piace. L’hai appena detto, ed è qualcosa di diverso».

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 353]

Come si scrivono i romanzi

sabato 25 Agosto 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Mark Twain, rispondendo alla domanda su come si dovesse scrivere un romanzo, rispose: «Stando seduti».

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 236]

Come un uomo che lavora

lunedì 28 Maggio 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Bisogna strapparsi alla propria casa, al calcolo sicuro sul domani o sul dopodomani, e prendere il volo per sé, per un’esigenza interiore, ma non come un uccello, perché gli uccelli seguono le vecchie vie; volar via come vola solo un uomo che lavora, che conosce il ritmo delle possibilità.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 60]